Al grido di armiamoci e partite, ieri Giorgia Meloni ha confermato l’aiuto militare a Kiev, ma per fortuna senza mandare nostre truppe in guerra, come invece potrebbe fare Parigi. Di questo, per lo meno, sono convinti i russi, che parlano di un primo contingente francese di duemila uomini pronto a schierarsi, contro il quale Mosca promette il massimo del fuoco disponibile. Di fatto, sarebbe l’inizio del conflitto continentale, in attesa che diventi mondiale. Ad ascoltare la nostra premier in Parlamento mancava però Salvini, che così ha marcato ancora una volta le distanze, dopo i complimenti a Putin per la vittoria alle elezioni farsa dei giorni scorsi.
Una commedia di quart’ordine al pari di quella del leader della Lega, che se volesse contrastare davvero la deriva bellicista di Palazzo Chigi dovrebbe andarci alla Camere e farsi sentire, invece di nascondersi. Proprio lui che non si sa ancora per quale inezia fece cadere il Conte 1, su una questione un pelo più rilevante come la Pace potrebbe mostrare un po’ di coraggio. Sempre che gliene resti dopo l’ennesima minaccia di Giorgia. “Non sto qua a sopravvivere”, ha detto la Presidente del Consiglio, facendo capire di non aver problemi a tornare alle urne e far sparire così l’alleato.
Dunque, per ragioni di cadrega il Carroccio farà un po’ di fumo e basta più. Mentre a chiedere tutta un’altra strategia, prima che il Cremlino travolga Zelensky e poi si affacci direttamente sull’Unione europea, sono rimasti i Cinque Stelle, Avs e qualcuno del Pd. Gli unici a guardare avanti con realismo, al contrario di chi invoca un’economia bellica, come ha fatto ieri il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel. Un altro papavero buono ad alzare la tensione, tanto semmai avesse ragione mica ci andrà lui al fronte.
Quello è l’inferno delle masse, della povera gente che “se scanna per un matto che commanna, che se scanna e che s’ammazza a vantaggio de la razza”. E se fosse ancora tra noi Trilussa, alla sua ninna nanna sulla guerra farebbe presto a trovare un posto ai tanti pusillanimi che a chiacchiere chiedono la pace, ma poi in concreto non fanno un bel niente per costruirla.