Tutti contro tutti. I poteri del nostro Paese sembrano cellule impazzite decise a dilaniarsi tra di loro. Spara più in alto di tutti il ministro del Tesoro, che attacca niente di meno che la Corte costituzionale per aver costretto il Governo a pagare le pensioni tagliate dalla Fornero. La Consulta doveva valutare le ricadute sulle finanze pubbliche, dice Pier Carlo Padoan, facendo stralunare qualunque studente ai primi rudimenti di legge. Il conflitto più pericoloso nasce però in Sicilia, dove è in corso una guerra senza precedenti tra magistrati e magistrature. Il capo della Procura indicato dal Csm, Francesco Lo Voi, è stato bloccato dal Tribunale amministrativo del Lazio al quale avevano fatto ricorso i suoi concorrenti. Un Tar che boccia persino il massimo organo di autogoverno della magistratura è la prova dell’impazzimento di un sistema basato su regole ormai tanto complesse da far valere tutto e il contrario di tutto. Così però viene a mancare la certezza del diritto e tutti sappiamo che questo è il preludio di ogni libero arbitrio. Mentre si accusa Renzi di deriva autoritaria, il Paese si sta disgregando per l’esatto opposto: la mancanza di autorità.
L'Editoriale