L’Europa naufraga sugli scogli di Ventimiglia. Quei migranti bloccati dal Governo francese sono la prova di un grande inganno. L’abbiamo chiamata Unione europea, ma di unito non c’è niente. Non c’è solidarietà per la Grecia che rischia di fallire, non c’è cooperazione – se non di facciata, con poche navi e mezzi – nel presidiare il Mediterraneo, non c’è un esercito che possa disinnescare le crisi, dall’Ucraina alla Libia. C’è solo una moneta unica, con la quale non ci sentiamo certo più ricchi, e un’immensa burocrazia. In realtà ci sarebbero anche i trattati, come quello di Schengen che vieta di ripristinare unilateralmente i controlli alla frontiere. Se però fa comodo abrogarli, ecco che gli accordi diventano spazzatura. L’Italia così paga per tutti. Il Paese è in crisi da anni a causa del rigore che proprio Bruxelles ci impone sul debito pubblico. Ci ammazziamo di tasse e il conto cresce. Abbiamo procedure d’infrazione su qualunque cosa. È il prezzo del nostro appartenere a una comunità. Poi c’è il dramma planetario dell’immigrazione e la comunità si squaglia avvisandoci che il problema è solo nostro. Il suicidio di un’Europa rimasta solo un sogno.
L'Editoriale