di Gaetano Pedullà
Ieri La Notizia annunciava in prima pagina la resurrezione del Nazareno. Il miracolo era nell’aria e infatti Renzi e Berlusconi sono usciti dal loro faccia a faccia con un’alleanza più salda di prima. Le minacce della Boschi, le ritorsioni di Brunetta, gli altolà di Alfano erano dunque il solito teatrino della politica. Avvisi ai naviganti perché nessuno cambi l’unico gioco che piace a tutti: conservare la poltrona. I tempi però sono difficili e gli orizzonti mutabili. Quindi il premier e il Cavaliere (è inutile definirlo ex, tanto tra un po’ gli ridanno il titolo) hanno rinsaldato il patto senza però definire tutti i dettagli, a cominciare dallo sbarramento elettorale per finire con il nome del nuovo Presidente della Repubblica. Di carne da arrostire per sfamare le rispettive opposizioni interne ce n’è a volontà. Ma salvare questo Parlamento così fragile fa davvero il gioco degli italiani? Renzi a palazzo Chigi è contento. Berlusconi che esce pulito come un giglio da ogni processo pure. Le riforme però stentano. E se a questo Governo va bene perdere sei mesi solo per approvare la riforma del Senato in prima lettura, allora stiamo freschi. Di tempo ne abbiamo già buttato tanto.