L'Editoriale

Il fracasso delle parole

Lo spessore del governo Meloni sta nel fracasso della retorica su Musk, su Trump, su Orbàn e nel silenzio sui problemi reali.

Il fracasso delle parole

Lo spessore del governo Meloni sta nella solitudine pomposa con cui la nave Libra è arrivata ieri mattina in Albania. Lo stuolo di militari, i giornalisti, i costi e la burocrazia di una nave militare hanno scaricato sulla costa otto persone ridotte a scalpi (una peraltro già riportata in Italia) da dare in pasto agli istinti dei loro elettori.

Nei prossimi giorni i sette rimasti diventeranno pietre dello scandalo per armare l’attacco alla magistratura, ancora una volta. Saremo sommersi da una ridda di voci che ci dicono di giudici politicizzati, di attivismo politico delle toghe e la polvere sotterrerà ancora il punto principale: questo governo non sa governare stando dentro le leggi. Lo spessore del governo Meloni sta nell’autoritarismo usato per mancanza di autorevolezza contro un insegnante, Christian Raimo. La piccola vendetta di cortile si è trasformata in un caso politico – l’ennesimo – che certifica l’attitudine a comandare per manifesta incapacità di governare le idee degli altri.

Lo spessore del governo Meloni sta nel fracasso della retorica su Musk, su Trump, su Orbàn, mentre Nomisma certifica che tre famiglie su dieci hanno il reddito eroso dall’inflazione e non riescono a pagare più l’affitto, figuriamoci a sognare di poter avere una casa. Lo spessore del governo Meloni sta nel motto “prima gli italiani” che ora è spalmato in Albania, in Ungheria, a Kiev, a Washington, ovunque non debba fare i conti con i problemi degli italiani.