L'Editoriale

Il danno è fatto

Meloni ha perso l’aura costruita faticosamente. Ha scelto di stare con chi vuole indebolire l’Europa, e la maschera è caduta.

Il danno è fatto

La presidente del Consiglio è troppo presa dal compiacersi delle sue riforme, che si sbriciolano non appena lasciano il recinto della propaganda e incontrano la realtà dei numeri e delle leggi. La sua ossessione per una politica piegata alla retorica richiede uno sforzo logorante: bisogna inventare nemici quotidiani, fabbricare continuamente nuovi “poteri forti”, e arruolare giornalisti compiacenti che tengano in piedi la narrazione.  

Meloni non lo sa ancora, ma l’abbraccio a Elon Musk e al suo dante causa Donald Trump è un passo falso irreparabile sul piano internazionale. Finora la leader di Fratelli d’Italia aveva mantenuto un precario equilibrio, fingendo (male) di essere un’illuminata sovranista. Per mesi ha danzato intorno a Ursula von der Leyen, tentando di accreditarsi come un ponte tra i moderati e i sovranisti.  

E qualcuno, incredibilmente, ci ha creduto. La presidente della Commissione Europea si era illusa che Meloni potesse diventare un alleato strategico contro i venti dell’estrema destra. Alcuni editorialisti nostrani, con l’ingenuità di chi vuole a tutti i costi vedere un cambio di rotta, hanno celebrato una presunta metamorfosi: “Meloni è cambiata,” dicevano, “non è più quella dei comizi infuocati.”  

E invece eccola qui, Meloni. Quella che doveva “chiudere i confini italiani” ha spalancato il tappeto rosso al presidente e al miliardario che dagli Stati Uniti lavorano per disgregare l’Europa, fiaccare la democrazia e costruire una corte di estremisti irrazionali. Con questa mossa, Meloni ha perso l’aura costruita faticosamente. Ha scelto di stare con chi vuole indebolire l’Europa, e la maschera è caduta.