L'Editoriale

L’Europa con il cerino dell’Ucraina in mano

Il cerino dell’Ucraina in mano

L’Europa con il cerino dell’Ucraina in mano

Le cattive abitudini, come si dice, sono dure a morire. E mentre il mondo cambia, l’Europa non perde il vizio di restare sempre uguale a se stessa. Presa in contropiede dalla decisione di Washington, condivisa da Mosca, di estrometterla dai negoziati di pace sull’Ucraina, l’Ue si è svegliata anche stavolta fuori tempo massimo. Come se non si sapesse da almeno un anno che Trump avrebbe vinto le presidenziali Usa e quali sarebbero stati i suoi piani: chiudere rapidamente il conflitto sul fianco est del Vecchio Continente lucrando sul cessate il fuoco dopo che il suo predecessore Biden aveva già massimizzato i profitti in tre anni di guerra.

Una cosa però, i leader più ciechi del mondo, che, seguendo supinamente la deriva bellicista, hanno spinto l’Ucraina ad uno scontro kamikaze promettendo una vittoria impossibile sulla Russia, sembrano finalmente averla capita: l’era dell’atlantismo – come l’assetto mondiale costruito intorno ad essa – è finita per sempre. E l’Europa, nata nel secondo dopoguerra dalla decisione Usa di fondare la Nato come provincia oltreoceano dell’impero americano, non è riconosciuta come soggetto politico degno di sedere al tavolo dei negoziati neppure dalla più grande potenza occidentale che, da sempre, consideravamo la nostra migliore alleata.

Dallo sbandamento generale, non si salva neppure Giorgia Meloni, che solo qualche settimana fa presenziava sorridente – unica leader Ue – alla cerimonia di insediamento di Trump. Convinta di essersi ritagliata il ruolo privilegiato di interlocutrice preferenziale, sull’asse sovranista, degli Stati Uniti in Europa. Salvo scoprire che per gli Stati Uniti, semplicemente, l’Europa non esiste. Per capirlo sarebbe bastato, del resto, prendere sul serio Trump quando, già prima del suo insediamento, aveva bollato come inaccettabile l’ingresso di Kiev nella Nato battendo cassa agli (ormai ex) alleati del Patto Atlantico. E ora che gli Usa smobilitano dal Vecchio Continente per concentrarsi sul nuovo obiettivo (la Cina) l’Europa si ritrova con il cerino dell’Ucraina in mano.