L'Editoriale

Gli Usa sono messi male e la Ue pure peggio

Gli Usa in bilico tra un presidente bollito e uno impresentabile. Mentre i leader sconfitti apparecchiano una Ue fotocopia della precedente

Gli Usa sono messi male e la Ue pure peggio

Fa un certo effetto vedere la prima potenza economica e militare del Pianeta sospesa tra due alternative una peggio dell’altra: riconfermare un presidente bollito, Joe Biden, o riportarne alla Casa Bianca uno impresentabile, Donald Trump.

Che per la cronaca proprio ieri ha incassato un assist tanto gradito quanto inaspettato: la Corte Suprema gli ha infatti accordato l’immunità parziale nel processo a suo carico per l’assalto a Capitol Hill del gennaio 2021, quando i suoi sostenitori presero di mira la sede del Congresso degli Stati Uniti per contestare l’esito delle presidenziali vinte da Biden.

Lo scudo penale accordato all’ex e attuale aspirante inquilino della Casa Bianca varrà solo per gli atti compiuti nell’esercizio dei poteri costituzionali di presidente, ma non coprirà le azioni messe in atto da privato cittadino. Morale: la decisione della Corte Suprema non precluderà la prosecuzione del processo a suo carico, ma il giudice dovrà valutare se e quali accuse archiviare sulla base della sentenza della Corte.

Un passaggio che farà probabilmente slittare i tempi del procedimento, che quasi certamente non inizierà prima del prossimo 5 novembre, data delle elezioni presidenziali. Alle quali Trump potrà correre quindi senza l’inevitabile grana di un processo in corso.

Ma se gli Stati Uniti sono messi male, l’Unione europea sta pure peggio. Mentre prosegue l’avanzata delle destre – l’ultimo scatto è la vittoria al primo turno di Marine Le Pen alle legislative francesi – anziché cambiare registro, i leader morenti (politicamente parlando) della Ue, da Macron in Francia a Scholz in Germania, hanno apparecchiato il bis di Ursula von der Leyen che ora dovrà essere votato dal Parlamento Ue (il risultato non è così scontato) per propinare agli elettori una nuova Europa fotocopia della precedente: guerrafondaia in politica estera e rigorista in economia.

Due dei punti alla base del voto di protesta che ha portato all’avanzata continentale delle destre, ma che Ppe, Socialisti e Liberali hanno preferito ignorare. Inginocchiandosi alla linea della guerra per procura alla Russia imposta all’Ue dall’amministrazione Usa.

Una linea che potrebbe cambiare se Biden dovesse perdere le elezioni cedendo il passo a Trump. In quel caso ci sarebbe da ridere se non ci fosse da piangere.