L'Editoriale

Evasione e pizzo di Stato

Ruffini mette nero su bianco che la benevolenza nei confronti dell’evasione fiscale del governo non è una percezione giornalistica.

Evasione e pizzo di Stato

Il direttore dell’Agenzia delle entrate, Ernesto Maria Ruffini, ha inviato le sue dimissioni al ministro Giancarlo Giorgetti, anticipando di un anno la naturale scadenza del suo mandato. Ruffini, in un’intervista al Corriere della Sera, afferma di non aver “mai visto pubblici funzionari come esattori di un pizzo di Stato”, spiegando il suo disagio di fronte alla “descrizione caricaturale del ruolo di direttore dell’Agenzia, come se combattere l’evasione fosse una scelta di parte e addirittura qualcosa di cui vergognarsi”.

Ruffini mette nero su bianco che la benevolenza nei confronti dell’evasione fiscale del governo non è una percezione giornalistica, ma una realtà palpabile all’interno dell’Agenzia, il polmone finanziario dello Stato. “In effetti non mi era mai capitato di vedere pubblici funzionari essere additati come estorsori di un pizzo di Stato – aggiunge -. Oppure di sentir dire che l’Agenzia delle Entrate tiene in ostaggio le famiglie, come fosse un sequestratore”. Promettere di demolire le istituzioni, sostenendo che questo sia il passo verso la completa libertà, è la favola di sfondo dei sovranisti di ogni latitudine.

La cittadinanza regalata per ius sanguinis al presidente argentino Javier Milei, l’etere spalancato a Elon Musk, la passione sfrenata per Viktor Orbán e le moine di Giorgia Meloni con Donald Trump raccontano l’attrazione di questo governo per i distruttori delle istituzioni. È la condanna di chi, anche al governo, dimostra di saper fare solo opposizione: distruggere ciò che non si riesce a governare. E chiamarla politica.