Ci avrebbe guadagnato Giorgia Meloni, detta Giorgia, che avrebbe avuto davanti Elly Schlein, leader di un partito privo di una linea unitaria su temi cruciali quali la guerra e il lavoro, e dunque più facile da incalzare e far cadere in contraddizione. Non è un mistero che Giorgia preferisca confrontarsi con Schlein che non con Giuseppe Conte, leader di una forza politica, il Movimento 5 Stelle, invece unita e compatta proprio su temi cruciali quali quelli che logorano i dem.
Ci avrebbe guadagnato Schlein che sarebbe stata legittimata da Meloni come leader dell’opposizione, poco importa se per i motivi sopra citati. Ma ci avrebbero perso gli elettori. Tutti. Che sarebbero stati truffati. Non una ma più volte. Sarebbero stati tratti in inganno da un bipolarismo inesistente nel Paese. Soprattutto in una partita elettorale – le Europee – che si gioca con le regole del proporzionale. E avrebbero assistito a un confronto tra due leader che fingono di candidarsi per andare a Bruxelles quando si sa già che, se elette, non lasceranno mai i loro posti al governo e in Parlamento.
Di fronte a tutto questo e al rischio di una palese violazione delle regole elementari della par condicio, c’è voluto l’intervento dell’Agcom, che ha messo dei paletti precisi, per stoppare la Rai. Che si è ritrovata nella condizione di dover annullare il duello tv a due. Anche per non confermare l’idea di essersi trasformata nel megafono del governo. La TeleMeloni negata da Giorgia.