L'Editoriale

Elemosina e propaganda

Il governo Meloni annuncia tre miliardi contro il caro-bollette e si applaude da solo. Spiccioli, utili solo alla propaganda.

Elemosina e propaganda

Il governo Meloni annuncia tre miliardi contro il caro-bollette e si applaude da solo. Ma la realtà è meno eroica: duecento euro per chi ha un Isee sotto i 25 mila euro, cinquecento per chi è sotto i 9.530. In tre mesi. Cifre ridicole mentre le bollette si impennano, il carrello della spesa si svuota e l’inflazione divora stipendi e pensioni.

Spiccioli, utili solo alla propaganda. Nel frattempo i fondi per i pacchi alimentari restano bloccati, le mense solidali arrancano, la sanità pubblica si sfalda. Il governo taglia, smonta, smantella, ma pretende di passare per quello che aiuta i più deboli. I più fragili non trovano sostegno, trovano il vuoto.

E mentre le famiglie cercano di sopravvivere, la premier si registra in un video per raccontare quanto è stata brava. Si compiace, si autocelebra. Ma la povertà non si combatte con le dirette social. Servirebbero misure strutturali, servirebbe un’idea di Stato che non si limiti a lanciare qualche moneta dal balcone.

Ma non c’è. C’è solo l’ennesimo spot elettorale. Malriuscito, come sempre. E nel frattempo chi non arriva a fine mese può solo ringraziare. O almeno, questo è quello che vorrebbero. Dicono che il peggio è passato, che ci sono segnali di ripresa. Lo ripetono come una formula magica, sperando che basti. Ma chi vive il disastro sulla propria pelle sa che non basta.

Perché la povertà non è un problema di narrazione, è un problema reale. E un governo che lo nega o è incapace o è complice.