In trepidante attesa per il summit dei volenterosi, che si riuniranno di nuovo domani per discutere di truppe da inviare in Ucraina (che la Russia ha già fatto sapere di non volere), piani di riarmo da centinaia di miliardi, missili e bombe per fermare l’ipotetica e fantomatica invasione dell’Europa per mano del criminale Putin (stando al mandato di cattura spiccato dalla Corte penale internazionale dell’Aia), nessuno si cura più delle eroiche gesta di un altro presunto criminale (sempre secondo la stessa Corte dell’Aia che ne ha chiesto l’arresto al pari del presidente russo).
Così, nell’indifferenza generale, Netanyahu ha ripreso a martellare con l’artiglieria pesante la Striscia di Gaza violando unilateralmente la tregua faticosamente siglata con Hamas. E mentre sedicenti leader europei, analisti internazionali e plotoni di giornalisti si sgolano a sostenere la causa del riarmo Ue sulla base di un processo alle intenzioni (il rischio di un’invasione del vecchio continente da parte di Mosca) una sparuta minoranza di commentatori, compreso questo giornale, si ostina a chiedere anche il processo alle azioni (vere, altro che ipotetiche) del premier israeliano.
Solo nelle ultime ore, l’esercito dello Stato ebraico ha bombardato la Croce rossa internazionale a Gaza (“per errore”, si è affrettato a precisare) e ha arrestato Hamdan Ballal, uno dei registi di No Other Land, il documentario premio Oscar sulle violenze dei coloni israeliani ai danni dei contadini palestinesi. Una deriva autoritaria di quella che si definisce l’unica democrazia del Medio Oriente. Nel silenzio complice di quelle occidentali.