L'Editoriale

Due ceffoni a Giorgia & C.

Due ceffoni a Giorgia & C.

Hai voglia a sbandierare i numeri dell’occupazione record dai tempi di Garibaldi. Non che servissero, del resto, ulteriori conferme all’ovvio. Che non andasse tutto bene, madama la marchesa, come la nocchiera Meloni e la sua ciurma andavano raccontando ai passeggeri della nave Italia in tempesta era noto da tempo.

Gli ultimi dati degli infortuni mortali sul lavoro (già 138 nei primi due mesi dell’anno), definiti dal presidente della Repubblica Mattarella “una piaga che non accenna ad arrestarsi”, e quelli sul crollo dei salari reali che dal 2021 ad oggi hanno perso, come certificato ieri dall’Istat, un altro 8 per cento, danno la cifra del doppio fallimento che finora la premier e i suoi ministri si sono sforzati in tutti i modi, arrampicandosi financo sugli specchi, di negare anche di fronte all’evidenza.

Almeno fino a ieri. Quando, messi alle strette dall’implacabile evidenza dei numeri e dal richiamo del Quirinale, sono stati costretti ad un inevitabile bagno di realtà. Così, mentre la Lega ha annunciato un ddl sui salari equi – fingendo di non sapere che la maggioranza di cui fa parte ha affossato ogni proposta di salario minimo, a cominciare da quella depositata in Parlamento dai Cinque Stelle -, Meloni ha fatto sapere che il Consiglio dei ministri potrebbe varare già oggi un provvedimento ad hoc per la sicurezza sul lavoro.

Proprio all’indomani del doppio schiaffo rimediato dal governo per mano dell’Istat e del Quirinale. E alla vigilia del Primo Maggio. Quando si dice il caso…