L'Editoriale

Disordine sovranista

Disordine sovranista

Proviamo a rileggere il caos mondiale degli ultimi giorni con la lente della politica interna. Nel fine settimana – piaccia o meno – le manifestazioni contro il piano di riarmo di Ursula von der Leyen hanno riempito le piazze.

Quella convocata dal Movimento 5 Stelle – che avrebbe dovuto essere deserta – ha mobilitato centomila persone, inclusi i rappresentanti più o meno convinti e convincenti degli alleati dell’opposizione. Mille persone erano in piazza a Bologna, altre migliaia erano presenti nelle manifestazioni sparse per le città d’Italia. C’è un evidente movimento politico eterogeneo nel Paese. Al governo, Meloni, Salvini e Tajani hanno sul tema tre idee differenti; le posizioni di Lega e Forza Italia sono addirittura opposte.

Intanto le Borse mondiali crollano sotto i colpi dei dazi voluti da Trump. Sono gli stessi dazi che per Salvini sarebbero “un’opportunità”, e gli stessi che, secondo Tajani, rientravano banalmente in una semplice “minaccia” del governo Usa. Cosa ne pensi invece Giorgia Meloni non è dato saperlo. Bisbiglia all’Ue di non essere troppo dura nella reazione, ha accarezzato il vicepresidente americano Vance quando ha attaccato l’Unione europea e ora programma incontri con il governo Usa per chiedere non si sa bene cosa.

I bene informati dicono che Meloni potrebbe chiedere a Trump di fare un po’ meno il Trump. Intanto Musk, in collegamento con Salvini, si augura che i dazi con l’Ue vadano a zero. Ieri Trump, invece, ha rilanciato. Ah, a proposito: nel frattempo Salvini ha chiesto un rimpasto di governo per prendersi il Viminale. Tajani è insorto. Meloni tace. Stiamo messi così.