Mentre in un eloquente video realizzato con l’intelligenza artificiale Trump condivideva con il resto del mondo la sua idea di futuro per la Striscia di Gaza – trasformata in una nuova Eldorado del Medio Oriente a colpi di cemento e speculazione edilizia – i 27 leader di ciò che resta dell’Unione europea, ancora sotto shock per il repentino volgere degli eventi in Ucraina, continuavano a farneticare di truppe Ue da inviare a Kiev per presidiare la pace che verrà e che per tre anni hanno sistematicamente osteggiato.
Per di più fingendo di ignorare un dettaglio: anche ieri, il ministro degli Esteri russo Lavrov ha ricordato all’allegra brigata che non se ne parla neppure. Era del resto scontato che il Cremlino non avrebbe mai accettato truppe Ue (ergo anche Nato, ma senza gli Usa che si sono chiamati fuori) sul territorio ucraino dal momento che l’ambizione di Kiev di entrare nel Patto atlantico è stata una delle cause dell’invasione del Donbass. Eppure i nostri leader, tagliati fuori dalle trattative che col passare delle ore assumono sempre di più i contorni di una vera e propria spartizione dell’Ucraina tra i russi, che annetteranno il grosso dei territori occupati, e gli americani, che lucreranno sulle risorse minerarie del Paese, continuano a discutere di piani inattuabili.
Nello sbandamento generale, si distingue con il consueto equilibrismo il governo italiano. Rimasto silente sull’osceno video postato da Trump sul futuro di Gaza per non contrariare il nuovo idolo sovranista, ha invece espresso contrarietà all’invio di truppe Ue in Ucraina. “I contingenti non si inviano come si invia un fax e per poter fare un comunicato stampa. Soprattutto quelli delle altre nazioni”, ha detto il ministro della Difesa Crosetto chiarendo la posizione dell’Italia. Un messaggio neppure troppo velato a Macron e Starmer, principali sponsor del peace keeping militare in territorio ucraino come mossa disperata per cercare di rientrare in una partita dalla quale l’Ue è rimasta totalmente esclusa.
Ma intanto, mentre la pace si avvicina (Zelensky andrà negli Usa a firmare l’accordo sulle terre rare), l’Europa continua a parlare di truppe e spese militari. Proprio ora che la guerra rischia di spostarsi su un altro scenario. Quello commerciale, con i dazi al 25% annunciati da Trump contro l’Ue. Qualcuno avvisi Bruxelles.