Auto blu, voli blu, tram blu… nun te reggae più avrebbe cantato Rino Gaetano, ironico poeta di un’antipolitica che nella Prima Repubblica aveva cittadinanza solo nella satira e nelle canzoni. Nella cosiddetta seconda Repubblica, Partiti arraffoni e politicanti senza pudore nell’abuso delle risorse pubbliche avrebbero fatto ben di peggio. Così è montato un sacrosanto malcontento popolare, cresciuto parallelamente all’aggravarsi della crisi che costringeva gli esclusi dalla casta a stringere la cinghia. Un’indignazione che ha costretto la politica a comportamenti più sobri. O a fingerli. A tal punto da costruire anche maldestramente certi segnali, come nel caso di Mattarella spedito a un appuntamento istituzionale su un tram piuttosto che in auto, a costo di spendere molto di più pur di farci credere che pure il Capo dello Stato fa economia. Usare i mezzi necessari per fare bene il proprio lavoro però non è un reato. Proprio questo giornale che denunciò l’abuso dei voli blu del governo Letta, costringendo Palazzo Chigi a stringere le autorizzazioni, può dire come pochi altri che se l’Italia deve correre anche i nostri politici devono poterlo fare. Anche in elicottero se serve.
L'Editoriale