Mentre ci avviamo alla fine di un anno da dimenticare per la pandemia e abbiamo abbondantemente scavallato i due anni di Conte e i 5 Stelle al Governo, seppure con maggioranze diverse, è naturale guardarsi indietro e fare quattro conti. A sentire l’intero establishment e i maître à penser dei giornaloni, per non parlare delle opposizioni, è stato tutto tempo perso. Il Paese era bellissimo quando in tempo di pace la politica ogni anno si inventava nuove imposte per poi rimpinzare di contributi industriali e prenditori, mentre adesso è una porcheria, nonostante col disastro del Covid non sia stata messa una sola tassa, e anzi qualcuna è stata cancellata e quasi tutte le altre sono state rinviate al secondo trimestre del 2021.
Ovviamente le cose potevano andare meglio, e un virus che fa montagne di morti in tutto il mondo è difficilissimo da fronteggiare, ma di cambiamenti ce ne sono stati tanti e profondi. A parte le chiacchiere dei convegni, di sostenibilità e svolta green prima non parlava nessuno, mentre oggi tutto il sistema produttivo, inclusa la piccola impresa, sta puntando in questa direzione. Milioni di poveri dimenticati pure dalla Sinistra sono stati aiutati dal Reddito di cittadinanza, migliaia di malavitosi la faranno finita di non pagare mai con la prescrizione, la casta ha visto finire i vitalizi (ricorsi e scappatoie permettendo) e sforbiciare il numero dei parlamentari.
L’Italia che subiva le politiche di austerity in Europa oggi ottiene la somma più alta del Recovery Fund, condividendo con Bruxelles una nuova impostazione solidaristica dell’Unione. Lo Stato che era scappato dall’economia, regalando pezzi del suo patrimonio con privatizzazioni farsa, si riprende le autostrade, la compagnia di bandiera e l’acciaio dell’ex Ilva. Certo, gli effetti economici del Covid sono devastanti, soprattutto per alcuni settori, ma quando l’incubo sarà finito si potrà ricostruire l’Italia su basi molto più solide di prima. Uno scenario molto più vicino del previsto, se solo non saremo così fessi da far partire una terza ondata della pandemia. O se Renzi non regalerà tutto questo lavoro alla destra degli affari che sbava di nostalgia per il bel mondo antico.