Non c’è bisogno che Giorgia Meloni arronzi con una calcolatrice nel salotto di Bruno Vespa. I calcoli, quelli giusti, glieli ha forniti l’Istat, che segnala l’inflazione in crescita nel mese di ottobre, riportando gli italiani alla dura realtà.
Dopo l’illusorio calo di settembre, dovuto ai prezzi in discesa durante le vacanze, gli italiani hanno dovuto fare i conti con il carrello della spesa e con i prodotti alimentari, passati rispettivamente da +1% a +2,2% e da +1,2% a +2,6%. Poiché nessuna catena di supermercati accetta per ora la propaganda di governo come buono sconto, ci toccherà mettere mano al portafoglio, con buona pace della calcolatrice “strabica” della premier.
Non hanno abboccato alla calcolatrice di Meloni neanche i 52 mila uomini e le 11 mila donne che a settembre hanno perso il lavoro, riportando il numero degli occupati sotto la soglia dei 24 milioni, cifra che aveva fatto esultare il governo con iperboli degne di Giuseppe Garibaldi.
Giocare con i numeri di fronte a qualche giornalista compiacente è uno spettacolo che può far sorridere solo il pubblico in studio e il conduttore. Qui fuori, ci sono quattro milioni e mezzo di italiani (il 42% della popolazione) che hanno dovuto rinunciare a visite o accertamenti per problemi economici, liste d’attesa o difficoltà di accesso.
Qui fuori ci sono 5,7 milioni di italiani, di cui 1,3 milioni di minori, che concorrono al triste record della povertà in Italia. Loro non hanno riso per la scenetta della calcolatrice.