Come nel remake di un vecchio film di Woody Allen, Giorgia ci prova ancora. Così mentre governo e maggioranza fanno spallucce di fronte al 25esimo calo consecutivo della produzione industriale, che certifica lo stato comatoso dell’economia italiana in barba alla propaganda delle destre, la principale preoccupazione dell’esecutivo e delle forze che lo sostengono è sbianchettare la parola riarmo persino dalla mozione presentata ieri in Parlamento.
C’è un limite, evidentemente, persino alla vergogna. E dover spiegare agli italiani – alle prese con le liste d’attesa infinite della Sanità, salari da fame e tagli a scuola e università – che spenderemo 30 miliardi in una folle quanto inutile corsa al riarmo è una missione impossibile persino per Meloni. La stessa Meloni che sbraitava in campagna elettorale contro l’Europa al grido di “La pacchia è finita” ma che ora asseconda senza se e senza ma la deriva bellicista di Bruxelles.
E pazienza se anche ieri la Lega ha ribadito la sua contrarietà al Piano di Riarmo di von der leyen. Il governo andrà avanti come se niente fosse. Finché i sondaggi sorrideranno a Giorgia e alla sua maggioranza e l’opposizione, riuscita nell’impresa di proporre sei mozioni diverse, continuerà a marciare divisa trainata da un Pd dilaniato. In bilico tra Conte, disprezzato dall’establishment e dalla grande stampa per aver sdoganato la parola pace, e Calenda, pompato dai media e dai salotti tv ben oltre il 3/4% del suo partito personale dell’armiamoci e partite in coro con le destre.