L'Editoriale

Alla faccia del popolo

Alle Europee Giorgia chiede un referendum su se stessa. Tanto al popolo si rifila di tutto. E dovesse andare male, chi se ne importa

Alla faccia del popolo

Non sarà sul premierato, la madre di tutte le riforme, che si deciderà il destino politico di Giorgia Meloni. “Se non passa chi se ne importa…”, ha liquidato la questione pochi giorni fa la premier. Se gli italiani dovessero bocciare il referendum, amici come prima. “Io arrivo alla fine dei cinque anni e chiederò agli italiani di essere giudicata”, ha assicurato non più tardi di qualche giorno fa la presidente del Consiglio.

Che sarà mai, d’altra parte, la bocciatura di quel popolo al quale si vanta continuamente di appartenere? Lo stesso popolo che tira ora in ballo anche in vista delle Europee di sabato e domenica prossimi per giustificare la candidatura ad uno scranno sul quale, pure se eletta, non siederà mai.

“Voglio sapere dagli italiani se sono soddisfatti del lavoro che stiamo facendo, sia a livello nazionale che europeo – ha confidato in un’interista al Tempo -. L’ho fatto pure perché, oltre ad essere presidente di Fratelli d’Italia, sono presidente dei Conservatori europei e dare più forza a FdI e ai Conservatori significa avere la possibilità di cambiare le politiche europee. Ma l’ho fatto anche perché voglio che sia chiaro il messaggio che, votando Fratelli d’Italia l’8 e il 9 giugno, si voterà per dare ancora più peso all’Italia in Europa. Siamo alla vigilia di un voto decisivo, un vero e proprio bivio”.

Stavolta il referendum lo chiede direttamente su se stessa. Dovesse andare male, tanto, siamo in Italia. Al popolo si rifila di tutto. E alla fine della fiera chi se ne importa.