“Basterà spingere un bottone e avremo i nomi degli evasori fiscali”. Erano gli inizi degli anni Settanta, quelli dei primi computer negli uffici pubblici, quando il ministro delle Finanze del governo Rumor, il socialdemocratico Luigi Preti, presentò in pompa magna l’avveniristico Progetto Athena, pilastro dell’anagrafe tributaria.
Torna il redditometro…
Più di mezzo secolo dopo, con strumenti tecnologici ben più all’avanguardia a disposizione, siamo ancora in attesa che la politica si decida a schiacciare quel benedetto bottone. Finché ieri il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo (FdI), ci ha regalato un brivido. Firmando il decreto che reintroduce il Redditometro (sospeso nel 2018) per consentire al Fisco di controllare la capacità di spesa dei contribuenti e risalire ai loro redditi (a partire da quelli del 2016), verificando le spese per le auto, per la casa, per le utenze o il possesso di barche.
Roba da applausi in un Paese come l’Italia dove, proprio nel 2018, su oltre 60 milioni di cittadini residenti, poco più di 41 milioni hanno presentato la dichiarazione dei redditi e solo 31 milioni circa hanno versato almeno un euro di Irpef. Ergo: quasi un italiano su due campa sulle spalle di qualcun altro.
…E la maggioranza va in tilt
Ma l’euforia è durata poco. Forza Italia si è precipitata a ricordare di essere “da sempre” contraria a questo strumento, evidenziando che il decreto sarebbe anche in conflitto con il concordato preventivo da poco introdotto dallo stesso governo. Mentre la Lega si è affrettata a ribadire che l’evasione non si combatte con il “Grande Fratello”.
Fino alle precisazioni dello stesso Leo. Che ha spiegato il decreto con l’esigenza di “correggere una stortura che si è creata nel 2018”, quando il Redditometro è stato bloccato rinviando a un nuovo decreto con paletti precisi a garanzia del contribuente. “Purtroppo quel decreto non è mai stato emanato”, ha aggiunto il viceministro.
Proprio per questa ragione si sarebbe creato, a suo dire, “un meccanismo di Redditometro permanente e senza alcuna limitazione”. Mentre ora vengono fissati dei limiti. Insomma, avevamo capito male. D’altra parte pure gli evasori tengono famiglia. Ma, soprattutto, pure loro votano.