La scena principale è la seguente: il Centrodestra sta tutti i giorni in tv a lamentarsi perché il Governo è lento nel gestire i problemi della pandemia, ma poi quando l’Esecutivo chiede la fiducia sul decreto legge Covid proprio per accelerare allora è un tiranno. Questo è quello che è successo ieri alla Camera, e francamente non c’è da meravigliarsi vista la confusione mentale di chi ammicca ai negazionisti del virus e contemporaneamente rivendica il buon lavoro del governatore veneto Zaia, tutt’altro che incline a sottovalutare i contagi.
Poi c’è una scena secondaria. Dietro la baraonda di ieri in Parlamento c’è un emendamento firmato da cinquanta deputati M5S per impedire la proroga dei vertici dei Servizi segreti. Si tratta di una norma che ha spinto il Governo perché alle prese com’è con la pandemia e la progettazione delle opere da finanziare con il Recovery Fund evidentemente non ha tra le sue priorità la selezione di nuovi 007, e pertanto in questa fase di emergenza si tiene quelli con cui lavora da tempo.
Un ragionamento semplice, ma che a sentire gli onorevoli saliti sulle barricate nasconde chissà quali pericoli e retroscena. Ora, mentre gli obiettivi che contano sono solo due – favorire in ogni modo la ripresa economica e portare a casa lo storico referendum tagliapoltrone – divagare su questioni di lana caprina è insensato e dannoso, in quanto offre all’opposizione l’appiglio per la sua narrazione di una maggioranza nel caos e di un Gruppo parlamentare 5 Stelle ingestibile e diviso.