I fronti sui quali il governo si sta muovendo per rispondere all’emergenza sanitaria ed economica provocata dal Coronavirus sono diversi. C’è quello interno delle misure di contenimento del contagio. Quello economico, con l’elaborazione di decreti che riescano ad arginare l’impatto economico e sociale del virus e quello europeo, alla ricerca di una risposta comunitaria forte per fronteggiare lo “tsunami”. Sul primo fronte è arrivato il nuovo dpcm che proroga le misure restrittive che scadono il 3 aprile. Lo stop è prorogato fino al 13 aprile. Ad annunciarlo il premier Giuseppe Conte: “Se iniziassimo ad allentare le misure ora, tutti gli sforzi sarebbero vani”.
Sono stati, in più, sospesi gli allenamenti anche per le società sportive e gli atleti professionisti. Solo dopo quella data, e solo se il trend attuale sul numero dei contagi si confermerà e ci sarà il via libera degli scienziati, l’esecutivo potrà decidere come rimodulare le misure. Ovvero si inizierà “a programmare una fase 2, quella di convivenza col virus. Misure che pian piano portino a un allentamento, per poi entrare nella fase 3, l’uscita dall’emergenza”. Ma non è detto appunto che la fase 2 inizi il 14 aprile. Conte chiarisce pure che “non abbiamo affatto autorizzato l’ora del passeggio coi bambini”.
Per l’eventuale allentamento ci si dovrà muovere in modo scaglionato per tipologia di attività e per Regioni. In ballo c’è da decidere cosa fare con le scuole. Lo scenario più probabile è che, se non si dovesse ritornare in aula, per quello che riguarda maturità ed esami di terza media verranno tutti ammessi. Si salteranno le prove scritte e ci sarà un maxi orale. Sul fronte economico si cerca di accelerare i tempi per dare nuovo ossigeno a famiglie e imprese. Mentre si continua a lavorare sulle misure da inserire nel decreto di aprile, domani sul tavolo del consiglio dei ministri potrebbe arrivare un dl finalizzato a garantire liquidità alle aziende. E non si esclude si possa procedere anche con il rafforzamento del golden power a scudo degli asset strategici del Paese. Sul tavolo potrebbero esserci anche il rinvio delle amministrative e un provvedimento sulla scuola.
PARTITA CON BRUXELLES. Sul fronte europeo la partita è più complicata e bisognerà aspettare l’Eurogruppo del 7 aprile per capire quali risposte intende mettere in campo l’Ue. I falchi rimangono fermi sul no ai coronabond, sui quali invece insiste l’Italia con il fronte dei paesi del Sud, e aprono solo sul Mes magari allentandone le condizionalità. “Il Mes solo se verrà snaturato e posto nell’ambito di un ampio ventaglio di interventi, senza condizionalità preventive o successive, può essere uno strumento fra gli altri che ci offriranno la possibilità di mettere in piedi una strategia europea”, avverte Conte.
E sempre più paesi guardano alla Bei, che già emette titoli europei, sulla base di garanzie dei 27 Stati membri. I governi potrebbero aumentare le garanzie per avere maggiori fondi per finanziare progetti in settori diversi dalle infrastrutture su cui la Bei si concentra. Il Nord è favorevole così come sarebbe disponibile a cedere un anticipo dei fondi del prossimo bilancio Ue. La commissione Ue, intanto, ha messo a punto alcune proposte: un fondo anti-disoccupazione (da 100 miliardi) e il via libera all’uso dei fondi strutturali non ancora spesi con la più ampia flessibilità. “Auspico” che queste misure, ha detto il premier “siano ricomprese in una più ampia strategia europea, da completare nei prossimi giorni, per fronteggiare la grave emergenza”.