La Lombardia continua ad essere un terreno fertile di opportunità per il proliferare di illegalità ambientali. La conferma arriva dal Dossier Ecomafie di Legambiente Lombardia, che sarà presentato oggi a Milano. Sergio Cannavò è il responsabile del Centro di Azione Giuridica lombardo dell’associazione, che finora si è costituita parte civile in 9 procedimenti penali in diversi Tribunali della regione. “Per altre inchieste”, dice Cannavò, “aspettiamo la conclusione delle indagini, anche se la riforma Cartabia ha reso più difficile la partecipazione a questo tipo di processi delle associazioni ambientaliste. Si tratta di procedimenti per traffici di rifiuti, omessa bonifica, inquinamento idrico, illeciti nella trasformazione del territorio e reati urbanistici”.
Nel report dello scorso anno la Lombardia era al sesto posto in Italia per numero di reati.
“Lo è ancora e si conferma come prima regione del nord Italia per un numero di notizie di reato contro l’ambiente. I nostri territori continuano ad essere uno snodo fondamentale dei grossi traffici di rifiuti e qui l’intreccio tra ciclo illegale del cemento e gestione illegale dei rifiuti determina effetti particolarmente negativi nei confronti dei territori e degli ambienti naturali”.
I problemi più gravi?
“Sono l’inquinamento atmosferico e il consumo indiscriminato di suolo naturale e agricolo. Particolarmente impattanti i grandi traffici di rifiuti, i crimini contro la fauna e le più o meno rilevanti irregolarità nel settore della trasformazione del territorio, come cave, movimentazione terra, reati urbanistici e attività di costruzione”.
Avevate indicato Pnrr e Olimpiadi invernali come due fronti da attenzionare: è successo?
“Noi avevamo segnalato la necessità che soprattutto le istituzioni mettessero in campo strumenti di controlli più evoluti e penetranti rispetto ai fondi e ai cantieri del PNRR e delle olimpiadi Milano Cortina. Purtroppo a quanto ci risulta non sono state ancora improntate misure o strumenti che vadano in quella direzione”.
Come nasce il Dossier Ecomafie Lombardia?
“Il Dossier Criminalità Ambientale Lombardia 2023 si avvale dei dati e delle elaborazioni del Rapporto nazionale Ecomafia. Nasce dall’idea di realizzare un focus sintetico sulla nostra regione, che possa essere facilmente consultato da chi è incuriosito da questo tipo di fenomeni, che possa essere divulgato nelle scuole, soprattutto negli istituti superiori, e che consenta di accendere i riflettori su situazioni che troppo spesso sono relegate in secondo piano e che quasi mai vengono approfondite con la dovuta attenzione. Tra gli obiettivi c’è anche quello di mettere a confronto esperti e addetti ai lavori per analizzare e avanzare proposte che possano migliorare l’efficacia del contrasto all’illegalità contro l’ambiente. Il Rapporto nazionale Ecomafia viene pubblicato ogni anno dal 1994, abbiamo iniziato a proporre il dossier lombardo nel 2014. Quest’anno siamo molto contenti di aver inaugurato una vera e propria collaborazione con l’Osservatorio sulla Criminalità Organizzata dell’Università degli Studi di Milano (CROSS), grazie al prezioso contributo di tre giovani ricercatori”.
Nel 2022 auspicavate che ci fosse un inasprimento contro i traffici illegali di rifiuti: sono state introdotte nel codice penale nuove fattispecie di reato?
“No, sul fronte legislativo nulla è cambiato per quanto riguarda il sistema sanzionatorio in materia di traffici di rifiuti. Il Governo si sta apprestando a varare una riforma complessiva del cosiddetto Codice dell’Ambiente. Questa potrebbe essere l’occasione per intervenire anche in quel settore, anche se a onor del vero alcune indiscrezioni che stanno circolando in questi giorni non inducono ad essere particolarmente ottimisti sull’esito di questo intervento normativo”.