Ecco l’ultima di Farinetti. Il patron di Eataly si compra il ristorante romano dei Vip amato dai renziani

di Stefano Sansonetti

Da ristorante dei superavvocati a ristorante ambito dai renziani. Al punto che uno degli esponenti di spicco dell’entourage del premier si appresta a staccare un bell’assegno per comprarne una parte. Non c’è niente da fare, quando si tratta di tracciare la mappa della politica, soprattutto in una città come Roma, è impossibile prescindere da una sorta di “geografia” gastronomica. Al centro della scena c’è “Settembrini”, ristorante Vip situato nel quartiere Prati, frequentato da politici, attori e giornalisti, soprattutto quelli di mamma Rai (un tavolino è sempre pronto per il direttore del Tg1 Mario Orfeo). Insomma, un vero e proprio crocevia di appuntamenti e trame varie. Ebbene, nel capitale della Settembrini srl, la società che gestisce il ristorante, tra non molto entrerà Oscar Farinetti, patron di Eataly, il gruppo che da anni esporta nel mondo l’eccellenza del cibo italiano (con ricavi per circa 330 milioni di euro nel 2014). Farinetti, amico di Matteo Renzi, porterà sicuramente denari freschi in un ristorante che è anche uno dei posti più frequentati da un altro renziano doc, Andrea Guerra, ex amministratore delegato di Luxottica (uscito con maxiliquidazione da 45 milioni di euro) e ora consulente di palazzo Chigi. Di sicuro l’iniezione di capitali servirà a dare ossigeno a un ristorante che, al di là delle frequentazioni Vip, non sembra passarsela granché bene.

LA SITUAZIONE
Oggi la Settembrini srl, il cui Cda è presieduto da Marco Ledda, è in mano a un drappello di avvocati e notai con studio proprio in Prati. Il primo azionista della Settembrini, con il 65% del capitale, è la Noi srl. Quest’ultima fa capo per il 69,7% all’avvocato amministrativista Giovanni Battista Conte e per il restante 30,3% al notaio Luca Troili. Insomma, al momento i timonieri sono loro. Si dà però il caso, come emerge dagli archivi della Camera di commercio, che sul 65% della Settembrini in mano alla Noi srl sia stato costituito un pegno a favore di un altro avvocato, Andrea Barenghi, professore di diritto civile e bancario all’università del Molise, a garanzia del pagamento di una cambiale di 258 mila euro. In buona sostanza Barenghi ha un credito importante nei confronti di Conte e Troili, i quali a garanzia hanno offerto il loro 65% della Settembrini detenuto tramite la Noi srl. L’altro azionista più importante della società, con il 15%, è la Cfg holding, dietro la quale ci sono Mario Gallavotti e i figli Carlo e Francesco Gallavotti, ciascuno con il 33,3% delle quote. Anche in questo caso parliamo di avvocati, tutti sulla tolda di comando dello studio Gallavotti Bernardini & Partners.

GLI AFFARI
Ma come se la passa la società che gestisce il ristorante? Difficile dirlo con certezza, visto che la Settembrini srl, 100 mila euro di capitale sociale, è stata di fatto ricostituita il 10 gennaio 2013, in occasione dell’ingresso di nuovi soci. Troppo poco tempo, quindi, per un bilancio significativo. L’ultimo bilancio disponibile della Noi risulta addirittura del 2011 (chiuso con un piccolo rosso di 3.583 euro). L’ingresso di Farinetti, le cui prime indiscrezioni erano state lanciate qualche settimana fa da Dagospia, adesso prende corpo nelle conferme che La Notizia ha avuto sia dal Cda della Settembrini sia dai soci. Nessuno vuole offrire considerazioni ufficiali, ma dalla società confermano che “la trattativa è cominciata un anno fa e ora è in fase di perfezionamento”. Tra l’altro filtra che “Farinetti entrerà con una quota non di maggioranza” e che al suo ingresso “corrisponderà una diluizione degli attuali azionisti”. Su questi dettagli, però, sono in atto le ultime limature. Di sicuro la trattativa potrà dare nuove speranze anche ai dipendenti di Settembrini (dalla camera di commercio ne risultano 54), spesso contrariati per il ritardo con cui la società paga gli stipendi.

Twitter: @SSansonetti