di Stefano Sansonetti
E poi dicono che lo Stato cercherà di fare cassa con gli immobili. A rilanciare, sul punto, è stato anche il governo guidato da Matteo Renzi. A guardare quello che sta succedendo a Bergamo in questi giorni, però, non c’è da stare molto allegri. Si dà infatti il caso che la Cassa Depositi e Prestiti, società presieduta da Franco Bassanini e controllata all’80% dal ministero del Tesoro, stia cercando di vendere un compendio immobiliare acquistato giusto qualche mese fa. Si tratta della sede storica degli “Ospedali riuniti di Bergamo”, maxi-complesso ormai in disuso che sorge sulla bellezza di 142 mila metri quadrati. A cercare di vendere, in particolare, è la Cdp Investimenti, ossia la sgr immobiliare che fa capo alla stessa Cassa. La base d’asta, fissata nell’avviso predisposto nei giorni scorsi, è di 62 milioni di euro. Ma come è finito questo immobile nella pancia della Cdp? E qui viene il bello, perché gli “Ospedali riuniti di Bergamo” sono stati comprati a dicembre del 2013 direttamente dalla regione Lombardia guidata da Roberto Maroni. Per quell’operazione Cdp Investimenti, che oggi è guidata da Matteo Del Fante (dg della medesima Cassa Depositi), ha sborsato 55 milioni di euro. Soldi che, in periodo di vacche magre, hanno regalato alla regione un po’ di ossigeno prima della chiusura dell’esercizio finanziario. Ma a ben vedere si è trattato di una svendita clamorosa per la regione, costretta a incassare “pochi soldi, maledetti e subito”. Il tutto con l’aiuto della Cdp, “immolatasi” pagando con soldi che, a conti fatti, sono pur sempre pubblici.
Il precedente
Del resto è la stessa regione Lombardia a sapere di aver svenduto. Il complesso immobiliare, infatti, era in vendita dal lontano 2009. In quell’anno venne messo all’asta per 95 milioni di euro, ma non arrivò nessuna offerta. Un altro tentativo è stato fatto nel maggio del 2013, con base d’asta fissata a 76 milioni di euro. Ma anche in questa occasione, nonostante l’abbattimento del prezzo, non è stata avanzata nessuna offerta. Del resto il mercato immobiliare è quello che è. Insomma, si arriva a fine 2013 con l’operazione che finalmente si perfeziona con Cdp Investimenti per 55 milioni, quasi la metà rispetto alla stime di quattro anni prima. Un salasso. Con la nuova iniziativa, però, qualcuno potrebbe pensare che almeno la società della Cassa Depositi possa mettere a segno una piccola plusvalenza, sempre che qualcuno si presenti con un assegno da 62 milioni (magari anche di più, pur se improbabile). Peccato che le cose non stiano affatto così.
Nessun vantaggio
Fonti tecniche di Cdp Investimenti, consultate da La Notizia, hanno spiegato che per la società non ci sarà nessun vantaggio economico. Ma come è possibile? Semplice. Al momento dell’accordo con la regione Lombardia Cdp Investimenti si è offerta di rilevare il compendio organizzando subito dopo un’altra asta (quella lanciata in questi giorni). La speranza è quella di mettere a segno una plusvalenza di almeno 7 milioni di euro (62-55 milioni) che verrebbero girati alla regione, per consentirle di edulcorare leggermente il salasso subito con la svendita di fine 2013. Alla fine nessuno ci guadagna: non la Cassa, che ha dovuto sborsare soldi per comprarsi il complesso (al massimo li recupererà); non la regione, che in ogni caso avrà incassato una cifra modesta rispetto all’iniziale valore degli asset. Ma non finisce qui, perché in mezzo alla questione, in tempi recenti, è finita anche la Guardia di finanza.
L’opzione Fiamme Gialle
Ebbene sì. Lo scorso 18 marzo il Corpo, guidato dal comandante generale Saverio Capolupo, ha firmato con Cdp Investimenti un protocollo d’intesa che riguarda la possibilità per le Fiamme Gialle di trasferire presso gli “Ospedali Riuniti di Bergamo” la nuova sede dell’Accademia della Guardia di Finanza. Il tutto, naturalmente, dietro la corresponsione di un canone d’affitto annuo che il protocollo stima in 10 milioni di euro. A questo punto arriva un altro colpo di scena, che minaccia di aggravare lo spreco di danaro pubblico. L’articolo 2 del protocollo, infatti, fa capire che la Gdf è disposta a trasferire la sede dell’Accademia a patto che vengano realizzati interventi di riqualificazione “a cura e spese di Cdp Investimenti”. I suddetti interventi, prosegue il documento, “dovrebbero comportare investimenti per un importo pari a 65 milioni di euro”, a cui aggiungere 5 milioni di oneri di urbanizzazione e 3 milioni per l’acquisto di un’altra porzione immobiliare denominata “Palazzina rossa”.
L’epilogo
E qui si capisce perché Cdp Investimenti stia cercando disperatamente di cedere l’ospedale. Perché al momento sulla società pubblica pende l’onere di ristrutturazioni e riqualificazioni della bellezza di 73 milioni di euro. Un altro salasso, che si spererebbe di recuperare nel tempo percependo il canone annuo di affitto. Se invece si riuscisse a trovare un operatore disposto a rilevare l’immobile, gli oneri di riqualificazione ricadrebbero sul compratore, così come tutte le questioni relative all’affitto della sede alla Gdf. Partita, quest’ultima, tutt’altro che scontata. Da Cdp Investimenti si affrettano a chiarire che la società sostanzialmente non ci guadagna perché è intervenuta nella questione per mettersi a disposizione di un ente pubblico come la regione Lombardia. Ma il punto vero, in tutta questa vicenda, è che proprio non si capisce chi possa trarre vantaggio da un’operazione del genere.
Twitter: @SSansonetti