Mercoledì il decreto sblocca cantieri sarà sul tavolo del Consiglio dei ministri, l’obiettivo è quello di snellire le procedure per la realizzazione delle opere pubbliche, con misure che vanno dalla modifica delle procedure legali per l’impugnazione dei bandi a quelle sui sub appalti, fino alle modifiche delle norme sull’esclusione dalla partecipazione alle gare pubbliche per i soggetti che hanno riportato sentenze penali di condanna. Ma restano da sciogliere alcuni nodi, come quello relativo all’istituzione della figura di un supercommissario per le opere pubbliche invocato dal leader della Lega, Matteo Salvini, una proposta che trova però la ferma opposizione di Luigi Di Maio che ha commentato l’ipotesi spiegando come: “Non può essere una soluzione: noi crediamo che alcune opere vadano commissariate con un commissario ad hoc”.
Viene abbassato a 30 giorni, dalla pubblicazione del bando, il termine per impugnare le clausole essenziali dei bandi. In particolare, quelle relative alla definizione del criterio di aggiudicazione e più in generale di tutte le clausole essenziali, come quelle che incidono sulle modalità di svolgimento del confronto concorrenziale tra le imprese che partecipano alla gara. Questo serve ad evitare i ricorsi legali che paralizzano l’esecuzione delle gare già aggiudicate, ma su elementi che erano già noti alla parti prima che si svolgesse la gara. Pertanto chi vorrà chiedere l’intervento di un giudice su questi aspetti potrà farlo solo prima dell’aggiudicazione dell’appalto.
Tra le norme più innovative spicca la riforma dei sub appalti, la cui quota massima è oggi fissata per legge al massimo nel 30% dei lavori, mentre la bozza del decreto prevede l’“eliminazione dell’obbligo di non superare la quota del 30% dei lavori subappaltabili (che potranno arrivare fino al 100%) per tutte le categorie mentre viene confermato il limite al 30% per la sola categoria prevalente prevista nel bando”. Saranno integralmente subappaltabili anche i lavori ad alto contenuto tecnologico o rilevante complessità tecnica quali strutture, impianti ed opere speciali”. Resta invece fermo l’attuale limite per “i servizi e le forniture, la quota subappaltabile è pari al trenta per cento con riferimento all’importo complessivo del contratto.”
Nel caso in cui un operatore economico sia sottoposto a processo penale, la bozza di decreto prevede che, “nel tempo occorrente alla definizione del giudizio”, la stazione appaltante “deve tenere conto di tale fatto ai fini della propria valutazione circa la sussistenza del presupposto per escludere dalla partecipazione alla procedura l’operatore economico che l’abbia commesso”.
Infine, tutti i poteri sugli appalti sportivi vanno, di fatto, sotto il controllo della Lega. Infatti con la riforma del Coni voluta, nei mesi scorsi, dal sottosegretario legista, Giancarlo Giorgetti, il braccio operativo del Comitato Olimpico Nazionale, cioè la società Sport e Salute, dipende direttamente da lui. Adesso con il decreto sblocca cantieri si prevede che: “Al fine di ottimizzare le procedure di affidamento degli appalti pubblici per la realizzazione delle celte di politica pubblica sportiva e razionalizzare la spesa pubblica, la società Sport e Salute S.p.A. è qualificata di diritto Stazione Appaltante e può svolgere attività di centralizzazione delle committenze per conto delle Amministrazioni Aggiudicatrici o Enti operanti nel settore dello sport”. Ma su quest’ultimo punto è ancora aperta una questione politica tra la Lega e il Movimento 5 Stelle.