Chissà magari neanche quelli che si stanno votando a questa o a quella cordata, a questo o a quel partito, sanno esattamente qual è l’incredibile posta in palio. La verità è che tra qualche mese comincerà un valzer di poltrone di Stato che non riguarda solo i casi più celebri: Eni, Enel, Poste, Leonardo-Finmeccanica e Terna. A dover essere rinnovato è un mondo a dir poco caleidoscopico, i cui confini sono ben più vasti. Per rendere l’idea, forse, bisogna venire incontro ai feticisti dei numeri. Elenchi alla mano, La Notizia ha calcolato che tra non molto scatteranno le procedure di rinnovo dei consigli di amministrazione di 87 società di Stato, tra direttamente e indirettamente partecipate dal ministero dell’economia, oggi guidato da Pier Carlo Padoan. Ma di quanti posti parliamo? Ebbene, considerando organi amministrativi e collegi sindacali in ballo ci sono più di 5oo poltrone pubbliche o semipubbliche. Un terreno di conquista sterminato, che ci aiuta anche capire quanti veicoli sconosciuti (e più o meno utili) alberghino ancora nei meandri nascosti del superministero dell’economia e delle sue propaggini.
Cifre da brivido – E qui i numeri, spesso ostici e aridi, possono aiutare a capire di cosa parliamo. Nelle prossime settimane il rinnovo degli organi coinvolgerà 16 società direttamente partecipate dal Tesoro e 71 partecipate indirettamente, in pratica le “controllate delle controllate”. Nelle sole società a partecipazione diretta saranno in ballo 99 poltrone, di cui 62 posti in Cda e 37 in collegi sindacali. Nelle controllate delle controllate, quelle di cui spesso non si ha nemmeno notizia, il menù prevede 248 posti in Cda e 195 negli organi di controllo. Il totale, come detto, supera i 500 scranni. Il che vuol dire soldi, un bel posto che dura tre anni, a volte anche con la possibilità di esercitare un potere vero. Le portate principali, si sa, sono le varie Eni, Enel, Poste, Terna e Leonardo Finmeccanica.
Menù ricco – Qui, con l’avvento del debole Governo guidato da Paolo Gentiloni, sembrava che quasi niente dovesse cambiare, con la probabile conferma dello status quo renziano. Poi, però, nell’ultimo mese alcuni assetti sono cambiati alla velocità della luce. Di recente è intervenuta la condanna per la strage di Viareggio che ha colpito Mauro Moretti, Ad di Finmeccanica (relativa al suo vecchio incarico di Ad di Rete ferroviaria italiana). Poco prima c’era stata la chiusura dell’indagine per corruzione che vede coinvolto il numero uno dell’Eni, Claudio Descalzi (è di stamattina la richiesta dei pm di rinvio a giudizio). Insomma, eventi in grado di stravolgere il “tetris” delle nomine, magari favorendo l’ascesa di chi, come Francesco Starace di Enel o Matteo Del Fante di Terna, sotto sotto hanno sempre sperato in un salto di qualità (più che in una “semplice” conferma). Ma c’è molto di più.
Sequenza infinita – Tra i Cda da rinnovare, per esempio, c’è anche quello dell’Enav, società fresca di quotazione, guidata nell’ultimo triennio da Roberta Neri, già manager Acea con un passaggio anche in Sorgenia. Poi ci sono i Cda di seconda fascia, ma di primissimo livello quando si tratta di trovare strapuntini agli amici degli amici. Per esempio andrà rinnovato il Cda di Consap, la Concessionaria dei servizi assicurativi pubblici, dove attualmente trova posto il dalemiano Andrea Pèruzy, uno dei professionisti della poltrona (è anche presidente e Ad dell’Acquirente Unico, la società che fornisce energia al cosiddetto “mercato tutelato”). Ancora, in scadenza è l’organo amministrativo della Ram, sigla che sta per Rete autostrade mediterranee, il cui presidente è l’alfaniano Antonio Cancian. Stesso destino per la Sogesid, società di bonifiche ambientali oggi guidata dal casiniano Marco Staderini, manager pubblico di lungo corso. Ma sarebbe sbagliato pensare che amicizie e clientele hanno contraddistinto soltanto l’occupazione delle società di secondo piano. Tra i primari Cda in scadenza, come detto, c’è quello dell’Enel, dove non molto tempo fa ha trovato collocazione l’alfaniano Alfredo Antoniozzi. In quello dell’Eni, sempre verso il rinnovo, ha invece trovato sistemazione un altro alfaniano doc, l’avvocato Andrea Gemma. In Poste il network ha garantito una poltrona al casiniano Roberto Rao. In Leonardo-Finmeccanica le porte dell’ultimo Cda si sono aperte per accogliere il renzianissimo Fabrizio Landi, già finanziatore della fondazione Open.
Il rischio – Inutile girarci intorno: le stesse logiche rischiano di incidere anche in questa “ricchissima” tornata di nomine. A completare il quadro dei Cda delle società direttamente partecipate dal Tesoro, poi, vanno registrati gli imminenti rinnovi per Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, Istituto Luce-Cinecittà e Sga-Società per la gestione di attività, la ex bad bank del Banco di Napoli riesumata dal Tesoro per cercare di risolvere il problema dei crediti in sofferenza del sistema bancario. A chiudere una fila consistente di collegi sindacali (Invitalia, Coni Servizi, Consap, Eni, Gse, Poligrafico, Istituto Luce e Sogin). Dopodiché si apre un autentico universo parallelo, che è quello delle partecipate indirette, ovvero le “controllate delle controllate”. Qui forse è meglio ragionare in termini di gruppi. Sotto Ferrovie dello Stato, per dire, ci sono ben 18 società che si apprestano a ballare il valzer dei rinnovi, per un totale di 11 Cda coinvolti (a chiudere i collegi sindacali). La partita ferroviaria è a dir poco sensibile.
Appetito sui binari – Tra i Consigli di amministrazione in scadenza quelli più ambiti sono di Rfi (rete ferroviaria), Ferservizi, Fs Sistemi Urbani e Tunnel ferroviario del Brennero. Ma ci sono anche società sconosciute ai più: Serfer, Metropark, I-mago, Mercitalia transport & services e Cemat. Anche in casa Eni, la più importante società quotata italiana, non si scherza. Qui ci sono in gioco i futuri assetti nei Cda di Agi (Agenzia giornalistica Italia), Eni International Bv, Eni Mediterranea Idrocarburi, Ieoc Spa, Eni Gas e Luce, Servizi Fondo Bombole Metano, Tigaz e Raffineria di Gela. In alcuni di questi casi è coinvolto nel valzer anche l’organo di controllo. Il solo rinnovo del collegio sindacale è invece in discussione per altre partecipate del Cane a sei zampe come Syndial servizi ambientali, Eni Servizi, Eni West Africa, Floaters ed Eni Power. Bocconi importanti pure in Enel, dove secondo diverse interpretazioni l’Ad Starace potrebbe anche sostituire Descalzi al vertice dell’Eni. Nel perimetro del colosso elettrico ci sono molti consigli di amministrazione in scadenza: Enel Produzione, Enel Green Power, Enel Trade, e-Distribuzione, Enel Energia, Servizio Elettrico Nazionale ed Enel Italia. E che dire dell’Anas? In ballo si segnalano gli organi amministrativi di società partecipate come Quadrilatero Marche Umbria, Sitaf (traforo autostradale del Frejus), Autostrade del Lazio, Autostrada del Molise e Società italiana per azioni per il Traforo del Monte Bianco.
Cassa piena – Manovre in corso, poi, anche all’interno della Cassa Depositi e Prestiti, la supercontrollata del Tesoro oggi guidata dal presidente Claudio Costamagna e dall’amministratore delegato Fabio Gallia. All’interno del suo perimetro è in lizza il rinnovo del Cda di Fintecna, la ex finanziaria di via XX Settembre. Dopodiché il programma prevede il rinnovo di diversi collegi sindacali, nel dettaglio quelli di Cdp Equity (il braccio finanziario della Cassa), Fincantieri, Residenziale Immobiliare 2004 e Sace Srv. E in questo tourbillon non poteva mancare un riferimento a Poste, anch’essa fresca di quotazione sotto la guida dell’Ad Francesco Caio, che molti osservatori proiettano verso Finmeccanica, forte delle sue ampie conoscenze nel mondo anglosassone. Nel perimetro del colosso, che ormai è sempre più concentrato sul business finanziario, in palio ci sono alcuni Cda molto importanti, come quelli di Poste Vita e Poste Assicura, sin qui guidati entrambi da Maria Bianca Farina. Ma potrebbero liberarsi scranni anche in Mistral Air, la “compagnia aerea” di Poste, e nei Cda di società minori come PatentiViaPoste Scpa e Consorzio per i servizi di telefonia mobile Scpa. Per non parlare di un universo molto sensibile agli appetiti quando si tratta di nomine. In questo caso una menzione non può non andare a Mamma Rai. Nell’universo che ruota intorno a viale Mazzini ci sono tre Cda particolarmente ghiotti e tutti in scadenza: Rai Cinema, Rai Com e Rai Way. Infine un riferimento è dovuto anche ad Invitalia, la ex Sviluppo Italia, poi Agenzia per l’attrazione degli investimenti, guidata da un decennio da uno degli highlander della poltrona, ovvero Domenico Arcuri. In questo caso in scadenza ci sono gli organi amministrativi e di controllo di due controllate, ovvero Invitalia Partecipazioni e Invitalia Ventures.
Partita a scacchi – Insomma, come si vede la partita che si sta per aprire è a dir poco ricca. Con una variabile non indifferente, che vale soprattutto per le società quotate. Parliamo del peso che sicuramente vorranno esercitare i fondi esteri. E questo, secondo alcune letture, potrebbe anche favorire manager pubblici che già hanno coabitato con investitori internazionali. Il riferimento è soprattutto ai cinesi, che in Italia hanno una presa molto forte soprattutto in Terna attraverso il colosso State Grid. Alcuni sostengono che un manager come l’Ad della società dei tralicci, Matteo Del Fante, già “annusato” dei cinesi in questi anni al vertice di Terna, potrebbe beneficiarne per una conferma o per un salto di qualità, magari all’Enel (che altri investitori cinesi, come quelli di People’s Bank of China, conoscono molto bene).