Ecco i padroni dei nostri segreti

di Stefano Sansonetti

I dati di sei milioni di persone gestiti da sei società informatiche. Due delle quali hanno radici negli Stati Uniti. Volendo semplificare è proprio questo l’esito di una gara con la quale l’Inps ha aggiudicato la manutenzione del cosiddetto Sin. Di che cosa si tratta? Per capirlo si può cominciare con la spiegazione fornita dal capitolato tecnico: “il Sistema informativo della gestione dipendenti pubblici, denominato Sin (Sistema informativo normalizzato), è uno dei più rilevanti e complessi della Pubblica amministrazione, per dimensioni, livello di aggiornamento tecnologico, numero di utenti e di servizi erogati”. Insomma, parliamo di una specie di “cervellone” a dir poco delicato, attraverso il quale passa la gestione di milioni di dati. Ebbene, qualche tempo fa l’Istituto previdenziale ne ha affidato l’evoluzione e la manutenzione a 6 società, tra cui Almaviva, Selex Es, Engineering, Ibm e Bit Media. Aziende che, per 35 milioni di euro, avranno una responsabilità di non poco conto. E a dimostrarlo ci sono i numeri.

LA SITUAZIONE
Naturalmente la gestione dei dipendenti pubblici è rientrata sotto l’egida dell’Inps da quando anni fa si è deciso di inglobare nell’ente previdenziale anche l’Inpdap. A quel punto ne è derivato un Sin che comprende un’incredibile mole di posizioni anagrafiche: 32 mila datori di lavoro pubblico, 3,5 milioni di dipendenti pubblici in servizio e 2,7 milioni di pensionati. In tutto, quindi, attraverso il sistema informativo passano i dati di 6,2 milioni di persone. Per non parlare di quelli che sono gli utenti del Sin. Oltre ai soggetti già menzionati vanno considerati gli altri enti previdenziali, i ministeri, gli organi di controllo, i Caf, i patronati e gli operatori finanziari. In questi ultimi tre casi parliamo di circa 9 mila operatori abilitati. Di sicuro di fronte c’è un lavoro enorme e di evidente delicatezza. La gara era stata divisa dall’Inps in due lotti, qualche tempo fa aggiudicati definitivamente (quindi prima che si insediasse il nuovo commissario Tiziano Treu).

L’ESITO
Il lotto 1, per un totale di 22,6 milioni di euro, è stato assegnato a un raggruppamento con Almaviva capofila. La prima è un’azienda informatica che da decenni lavora con la pubblica amministrazione e fa capo ad Alberto Tripi, ex Ibm, ex Iri e per tanti anni al vertice di associazioni confindustriali. Selex Es fa parte del gruppo Finmeccanica. Il lotto 2, per 12,3 milioni, è invece andato a un raggruppamento in cui spicca Ibm, il colosso informatico americano (che nel medesimo raggruppamento è accompagnato dalla controllata Sistemi Informativi). Poi c’è Engineering, il cui azionista di maggioranza è un fondo legato alla banca americana Jp Morgan. A chiudere la Bit Media. Nelle loro mani, da adesso, ci sono i dati di più di 6 milioni di italiani.