In principio spopolavano i Colorado e gli Zelig del caso, che monopolizzavano il panorama comico in tv. Oggi la musica è cambiata. Al netto di un Made in Sud che ancora resiste -seppur con la fatica con cui Jack restava aggrappato a quell’anta di armadio nell’Atlantico -, sembra che le leggi del tubo catodico in tema di comicità siano state sovvertite e nell’arco di pochi anni si sia deciso di fare piazza pulita di un genere che ha portato tanta fortuna sia in casa Mediaset che Rai.
Tempi che cambiano
Cos’è cambiato? Forse il percepito da parte di un pubblico che alla battuta media da bar di provincia ha iniziato a preferire la ben più arguta e ricercata ironia di un web che non perdona, ma diverte. Ormai per ridere davvero vai su Twitter, altro che Ale e Franz. Questo cambiamento ha sparigliato le carte in tavola, creando un assurdo ma irresistibile rovesciamento dei ruoli: oggi capita che sia Fiorello a ritwittare una battuta che funziona, non più viceversa. Una piccola svolta insomma. Una voce fuori dal coro? C’è. Eccezionale veramente, il nuovo talent show targato La7 interamente basato su aspiranti comici, miscela due generi che, se singolarmente considerati registrano segni di cedimento, combinati con saggezza posso dar vita ad un prodotto ancora godibile: un format in stile X Factor e un innesto di nuova linfa comica su cui investire. Il meccanismo non è dei più complessi: tre giurati parecchio sul pezzo (il mitologico Diego Abbatantuono, la perspicace Selvaggia Lucarelli, il caciarone Paolo Ruffini), un quarto giurato a rotazione, un presentatore privo di patologiche smanie di protagonismo (Gabriele Cirilli), tanti aspiranti comici che si giocano l’occasione della vita, un premio finale poco fuffa e molto sostanza. A primo impatto si potrebbe pensare “Ci risiamo, l’ennesimo talent”. Ma ad osservare il fenomeno con un occhio clinico emergono 3 decisivi punti di forza per un programma ancora da rodare:
- una delle giurie più obiettive e serie è proprio quella di Eccezionale veramente. Un programma per comici. Grande merito, che però far riflettere sui paradossi della tv italiana di oggi;
- la materia trattata è spesso nazionalpopolare, il registro utilizzato è quello non ricercatissimo dell’osteria alla buona, ma tutto viene impreziosito da un trattamento riservato ai concorrenti accurato e mai banale. Frasette buttate lì per liquidare non se ne sentono. Ognuno riceve un giudizio allineato al suo caso specifico, che quindi risulta utile e spendibile;
- il talent non sconfina nei suoi eccessi perché bilanciato dalla parte comica che calibra il colpo e riporta sempre ad un’atmosfera serena, ma mai troppo rassicurante. Dopo tutto un po’ di pepe ci dev’essere, altrimenti il passo verso il salottino dursiano dei buoni sentimenti sarebbe breve.
Insomma, Eccezionale veramente è un buon esempio di tv coraggiosa. Chi l’ha detto che partire da ingredienti che già si conoscono ma trovare nuove idee per miscelarli non sia comunque una sana forma di sperimentazione?