di Sergio Patti
Sta diventano un incubo globale. La nuova epidemia di ebola partita in Africa inizia a colpire da una parte all’altra del pianeta. Gli ultimi casi segnalano il virus a Parigi e nello stato meridionale del Paranà, in Brasile. Ma si conta un morto negli Stati Uniti, un missionario spagnolo deceduto a Madrid dove era stato ricoverato ormai in fin di vita e un’infermiera che lo aveva assistito. Poi moltissimi falsi allarmi, in un crescendo di timori che rischiano di diventare fobia.
LA STORIA
Ma di cosa abbiamo veramente da preoccuparci e soprattutto cos’è l’ebola? Il focolaio più pericoloso sembra trovarsi attualmente in Sierra Leone. Scoperto nel 1976 nella valle dell’Ebola (da cui il nome) in Congo, diverse epidemie hanno colpito Costa d’Avorio, Sudan, Liberia e Gabon. A trasmettere il virus sarebbero animali come scimpanzé, gorilla, antilopi, scimmie e pipistrelli. I sintomi del contagio sono febbre con vomito e diarrea. Il malato si disidrata velocemente e può morire per shock ipovolemico (mancanza di sangue per le emorragie). Quattro i ceppi sin ora individuati, di cui solo uno – lo Zaire ebolavirus – registra un elevatissimo tasso di mortalità. La malattia inoltre non si trasmette facilmente. Solo uno dei quattro ceppi – il virus Reston – può essere trasmesso per via aerea. negli altri casi serve il contatto tra liquidi e mucose, come sono il sangue, la saliva, lo sperma, le lacrime, ma anche vomito e latte materno. A quanto sembra il contagio però può avvenire solo se il malato non ha ancora manifestato sintomi visibili. Ma come si può curare l’ebola ed è vero che è più pericoloso dell’Aids?
LE TERAPIE
Al momento non esistono cure certe. La terapia consiste nell’idratare il malato e aiutare il sangue a coagulare per fermare le emorragie. Negli Stati Uniti il cosiddetto paziente zero, Thomas Duncan, è stato trattato senza successo con il Brincidofovir, un antivirale prodotto dalla casa farmaceutica Chemerix. Si registrano casi di successo invece con lo Zmapp, prodotto dalla Mapp Biophamaceutical di San Diego. Ovviamente il valore in Borsa di queste società è schizzato alle stelle. L’unico vaccino disponibile è l’italiano Okairos, di cui si attende la produzione in grandi quantità. Ad oggi, nonostamte i buchi nei filtri predisposti agli aeroporti, paragonare l’epidemia all’Aids è una assoluta forzatura. L’incognita sulle terapie e la velocità del contagio lasciano però aperti tutti gli scenari, anche i più inquietanti.