“È un regalo agli speculatori dico no al Salva-Milano”. Parla Il segretario Uil, Vizza: “Servono case per chi lavora”

Per il segretario regionale Uil. Vizza, il Salva-Milano è solo un regalo agli speculatori che hanno fatto di Milano una città respingente per le fasce deboli

“È un regalo agli speculatori dico no al Salva-Milano”. Parla Il segretario Uil, Vizza: “Servono case per chi lavora”

A dire “no” al Salva-Milano, la noma – chiesta dal sindaco Beppe Sala, promessa dalla Lega, regalata da Fratelli d’Italia e votata anche dal Pd – che “sana” i grattacieli abusivi, non ci sono solo i comitati cittadini, M5s e Avs. C’è anche la Uil, che col suo segretario regionale Enrico Vizza non lesina critiche al provvedimento e alla direzione politica impressa dalla giunta Sala alla città.

Vizza, ieri il Salva-Milano è approdato al Senato. Voi come Uil lo avete molto criticato questa norma, perché?
“È un provvedimento elitario che garantisce una scappatoia alla speculazione immobiliare. Anche il Mef ha espresso dubbi sui mancati oneri. Lo stesso assessore comunale alla Rigenerazione urbana, Giancarlo Tancredi, ha detto che a Milano mancano 140 milioni di euro. E la procedura semplificata potrebbe diventare la strada privilegiata in tutto il Paese, anche per chi finora ha fatto diversamente. I comuni incasseranno meno e garantiranno meno servizi e interventi. Ci sono oltre 30 mila immobili residenziali pubblici da recuperare a Milano su cui non si vede un provvedimento. Leggiamo che si deve intervenire in quartieri poco serviti e che il diritto alla casa è sacrosanto e poi dalla proposta del Pgt di Milano otteniamo solo slogan”.

Per Sala (e il Pd che l’ha votata) era una legge necessaria per non bloccare l’edilizia a Milano, è così? Niente Salva-Milano, niente investimenti?
“Con quale coerenza si pone l’attenzione sui diritti di cittadini e lavoratori, su bassi stipendi, giovani, carenza di servizi e assistenza per sanità, scuola, trasporto pubblico, quando poi i partiti trovano l’accordo davanti al profitto e alla speculazione? È impossibile che con la stessa “passione” non si recuperi il patrimonio residenziale pubblico per i lavoratori? È impossibile non adeguare il regolamento di accesso all’edilizia residenziale pubblica? È impossibile una volontà comune per intervenire su chi specula sugli affitti? A Milano, ad oggi, non abbiamo la fotografia delle misure finanziate dalle risorse PNRR. Non conosciamo dimensioni delle misure, delle ricadute sul territorio, abbiamo un’assenza totale dalla più importante Stazione Appaltante, ma leggiamo sui giornali di interventi assegnati senza il rispetto dei contratti di lavoro”.

Per Sala esiste un “problema casa”. Afferma che mancano le case popolari e per le famiglie a basso reddito, eppure di palazzi in questi anni a Milano, se ne sono costruiti parecchi… Cosa non ha funzionato?
“I lavoratori denunciano ogni settimana l’emergenza dell’abitare: concorsi deserti, posti a cui si rinuncia, stipendi bassi, per un costo della vita che anche la Milano dei grattacieli ha contribuito ad innalzare. Si deve pensare alle case per i lavoratori, a soluzioni di welfare di comunità che permettano di vivere nelle grandi città. Si devono trovare soluzioni che vengano incontro alle esigenze dei lavoratori. Ma forse per qualcuno è più importante avere sempre meno lavoratori che vivano a Milano con meno oneri nelle casse comunali”.

Il problema casa è strettamente connesso a un problema di bassi salari, eppure Milano vanta redditi tra i più alti del Paese?
“Se parliamo di media salariale a Milano, dovremmo fare un distinguo tra quelli dei lavoratori “semplici” e dei manager, perché con questi (anche se sono una minoranza rispetto al resto dei lavoratori) è logico che la media risulti molto più alta che nel resto della Lombardia. Consideriamo però chi si alza ogni mattina alle 5 e guadagna quando va bene 1400-1550 euro al mese. Queste sono le persone che devono avere garantito un contratto nazionale, incentivando la contrattazione di secondo livello. Milano non ha bisogno di un “salario meneghino”, ma che si firmino i contratti nazionali, di secondo livello. Ha bisogno di welfare, di servizi pubblici locali e trasporti che funzionano, di asili, scuole e non di grattacieli abusivi”.

A Milano si voterà tra due anni, ma già si iniziano a vedere le prime “manovre”… L’effetto Pisapia e l’effetto Expo, che hanno accompagnato Sala nelle due passate elezioni, sembra passato. Lei Vizza, che candidato si auspica per il 2027?
“Io faccio politica sindacale, difendo gli interessi dei lavoratori, dei pensionati e delle persone. Dovranno essere prese in considerazione le istanze sul lavoro, il welfare, la sicurezza, il problema del costo della vita e dell’abitare. Auspico che sia un sindaco che garantisca un confronto costante con tutte le Organizzazioni sindacali, non a geometria variabile…”.