Verrebbe in mente la massima di Totò, “A proposito di politica, quand’è che si mangia?”. Ecco, qualcosa di simile è avvenuta a Longobucco, in provincia di Cosenza. Come denunciato a ilfattoquotidiano.it, un voto alle ultime comunali valeva 25 euro, il prezzo del blocchetto dei buoni per la mensa scolastica del figlio di una ragazza madre che ha presentato un esposto alla Procura di Castrovillari accusando di voto di scambio Mario Federico, il fratello di Davide Federico, assessore uscente e uno dei candidati a consigliere nella lista del Pd-Socialisti uniti a sostegno del candidato a sindaco Giovanni Pirillo. “Qualsiasi cosa tu devi fare io te la posso garantire”, dice Mario Federico alla ragazza bisognosa.
Assieme alla denuncia, la ragazza madre, racconta Il Fatto, ha consegnato anche un cd con la registrazione di una conversazione dove si sente l’uomo che offre contributi in cambio del suo voto e di quello della madre. “Se noi aiutiamo mio fratello – dice – il problema del servizio mensa lo risolviamo. Parlo con il titolare del servizio e ti faccio risparmiare 25 euro al mese. Ma qui lo dico e qui lo nego. Sul contributo (previsto per le ragazze madri), il 100% non te lo dico, però ti dico che ci impegniamo per fartelo avere”.
“Stiamo tranquilli? – aggiunge – Io vi do la scheda. Allora io voglio che il voto di Davide esce proprio specifico. Il tuo e quello di tua mamma. L’impegno che devi prendere con tua mamma è scrivere ‘Federico D.’”. Il caso, peraltro, era stato denunciato anche in campagna elettorale, senza che però nessuno facesse nulla. Giuseppe Romano, candidato della lista “ Arcobaleno” (che poi ha perso le elezioni), aveva denunciato l’episodio durante un comizio: “Vogliono trasformare il Comune in una società privata – aveva affermato -. Come si può chiedere il voto segnato a una persona bisognosa?”.