La Venere di Botticelli in versione cartonata partorita per la campagna pubblicitaria “Open to meraviglia” era scomparsa dai social dallo scorso 27 giugno. Non male per quella che avrebbe voluto essere l’esca per i turisti stranieri. Nei mesi estivi invece la spericolata invenzione della ministra al Turismo Daniela Santanchè è stata latitante, suscitando la curiosità di molti ma soprattutto alimentando il sospetto della Corte dei Conti che si pone la stessa domanda di molti italiani: che senso ha spendere mezzo milione di euro (per di più senza gara) per una campagna promozionale che non promuove?
La Venere di Botticelli partorita per la campagna pubblicitaria “Open to meraviglia” era scomparsa dai social dallo scorso 27 giugno
Così il procuratore regionale per il Lazio, Pio Silvestri, ha avviato un’istruttoria e presto verranno chieste spiegazioni direttamente al ministero del Turismo, con sullo sfondo l’ipotesi del danno erariale. Non ha fatto nemmeno in tempo a bussare alla porta dell’ufficio di Daniela Santanchè che la Venere di Botticelli rediviva si è presentata sorridente sui social: “so che avete sentito la mia mancanza – si legge sotto la foto della Venere di Botticelli ‘pop’ in un aeroporto – e mi fa piacere che vi siate così tanto preoccupati per me. Ecco la verità: avevo promesso di portare le bellezze della nostra Italia in giro per il mondo e così ho fatto”.
Dice la Venere ventriloqua della Santanchè di avere “portato le bellezze della nostra Italia in giro per il mondo”. Evidentemente si è dimenticata però di farsi fotografare. Fuori scena rimane la gustosissima telefonata che avrà avvisato di inventarsi un post in fretta e furia. Ora la Venere però deve convincere il magistrato.