Trump sbugiardato dagli analisti, sull’Ucraina è Putin a dare le carte

"È Putin a dare le carte, non Trump". Secondo gli analisti dell'Isw è lo zar ad aver piegato il tycoon, non viceversa

Trump sbugiardato dagli analisti, sull’Ucraina è Putin a dare le carte

Donald Trump ripete quotidianamente che presto avrà un dialogo telefonico con Vladimir Putin per tentare di porre fine alla guerra in Ucraina, anche a costo di escludere Volodymyr Zelensky dai negoziati. Ma questa è davvero la strategia dell’amministrazione americana, o è solo la narrazione promossa dall’ex presidente?

Secondo l’ultimo report dell’Institute for the Study of War (ISW), la realtà sarebbe molto diversa da come la racconta il tycoon. Nel documento si legge infatti che “Vladimir Putin continua a impegnarsi per costringere Donald Trump a negoziazioni bilaterali che escludano l’Ucraina, così da imporre il suo quadro negoziale al presidente degli Stati Uniti”. Insomma, per la prestigiosa organizzazione con sede a Washington, non sarebbe Trump ad aver piegato lo zar, ma esattamente il contrario.

“È Putin a dare le carte, non Trump”. Secondo gli analisti dell’Isw è lo zar ad aver piegato il tycoon, non viceversa: “Sta costringendo il presidente Usa a trattare bilateralmente la pace”

Il rapporto sottolinea inoltre che “le dichiarazioni di Putin del 28 gennaio fanno parte di uno sforzo continuo per posizionarsi come pari di Trump e rafforzare la sua convinzione di lunga data che la Russia sia la grande potenza erede dell’Unione Sovietica”. Un atteggiamento con cui lo zar “detta anche le condizioni” su come dovrà essere la pace, dimostrando inequivocabilmente che “il leader russo non è interessato a scendere a compromessi sulle sue richieste di un completo cambio di regime e sulla paralisi dell’esercito ucraino”.

Ma non è tutto. Secondo gli analisti, anche se Zelensky revocasse il decreto che vieta i negoziati con la Russia, Putin probabilmente non accetterebbe di trattare con il presidente ucraino. Del resto, complice l’avanzata dell’esercito russo nel Donbass e le difficoltà di Kiev, il Cremlino è sempre più convinto di poter ottenere la vittoria. Un’ipotesi che, secondo l’ISW, “si basa sul presupposto che l’Occidente, prima o poi, abbandonerà l’Ucraina a sé stessa”. Uno scenario che potrebbe concretizzarsi se Trump dovesse mantenere la promessa, più volte ribadita in campagna elettorale, di disimpegnarsi dal conflitto ucraino.

Il giallo delle sanzioni UE

A confermare l’ipotesi dell’ISW c’è anche lo scoop del Financial Times, secondo cui diversi Paesi dell’Unione Europea starebbero valutando la possibilità di riprendere le importazioni di gas russo tramite gasdotto “come parte di uno sforzo più ampio per negoziare un accordo in Ucraina”.

Il quotidiano sostiene che la questione è sul tavolo di Bruxelles, ma che l’UE è ancora divisa tra chi sostiene questa ipotesi e chi vi si oppone. Tuttavia, i contenuti dell’articolo sono stati smentiti dalla portavoce della Commissione UE, secondo cui “non stiamo facendo alcun collegamento tra i colloqui di pace e il transito del gas”, ribadendo che l’Unione intende azzerare le importazioni di gas russo entro il 2028.

La smentita, però, non ha fugato i dubbi su un’eventuale trattativa, anzi. A rilanciare il tema sono state le dichiarazioni del premier slovacco Robert Fico, che ha apertamente criticato Zelensky per aver interrotto le forniture di gas, definendolo un “nemico della Slovacchia”. “È lui che ha causato i problemi che abbiamo. Non sono suo amico perché sta danneggiando il nostro Paese”, ha affermato.

Per questo, da Bratislava fanno sapere di voler continuare a fare pressione sull’UE e su Kiev affinché l’Ucraina rispetti gli accordi di associazione con l’Unione, che secondo Fico includono l’obbligo di garantire il transito del gas verso l’Europa.