Il taglio dei vitalizi deciso cinque anni fa dal Movimento 5 Stelle non esiste più. Al Senato è stato di fatto cancellato: il Consiglio di garanzia di Palazzo Madama ha infatti deciso di ripristinare l’assegno vitalizio per gli ex senatori.
L’organo che ha preso questa decisione è inappellabile per quanto riguarda le decisioni riguardanti i membri del Senato. E il 5 luglio, come racconta la Repubblica, ha stabilito “la cessazione degli effetti della delibera 6 del 2018 a far data dal 13 ottobre 2022”.
Il taglio dei vitalizi del 2018
Nel 2018 era stato introdotto, su spinta dei 5 Stelle, un taglio del vitalizio, con il ricalcolo dell’assegno in base ai contributi realmente versati. Quindi il calcolo non avveniva più semplicemente basandosi sugli stipendi percepiti dai senatori.
Cinque anni fa gli assegni erano stati ridotti anche del 50% con il nuovo calcolo contributivo, generando un risparmio da 60 milioni di euro per il bilancio di Palazzo Madama. Il taglio era stato poi ridimensionato nel 2020, con il ricalcolo valido solo a partire dal 2018 (e non per gli assegni precedenti), con un risparmio da 40 milioni.
Torna il vitalizio per i senatori
Ora, però, si torna indietro. L’organismo di garanzia presieduto da Luigi Vitali (ex senatore) e dal vice Ugo Grassi (anche lui ex senatore) è rappresentato in maggioranza da ex parlamentari. Il 5 luglio era l’ultima data utile per il vecchio organismo per prendere questa decisione, prima dell’insediamento dei nuovi componenti eletti in questa legislatura.
E proprio l’ultima occasione è stata quella buona per eliminare del tutto il taglio dei vitalizi, tornando agli assegni tradizionali, di cui usufruiranno 851 ex senatori e 444 familiari di senatori scomparsi.
Perché sono stati ripristinati i vitalizi dei senatori
Proprio Vitali spiega a la Repubblica che sono state rimesse “le cose in regole secondo quanto ci ha suggerito il Consiglio di Stato e secondo la strada tracciata dalla Corte costituzionale per il taglio alle pensioni d’oro che devono prevedere tempo limitato di riduzione”.
Anzi, Vitali rivendica che il taglio, secondo questi criteri, non dovrebbe superare i tre anni e invece in questo caso ha raggiunto i cinque. “Se questo Parlamento vuole tagliare i vitalizi occorre fare una legge, non una semplice delibera del Consiglio di presidenza del Senato o della Camera”, afferma ancora. Sostenendo anche che Montecitorio potrebbe seguire l’esempio di Palazzo Madama presto: “Sono certo si adeguerà anche la Camera”.