Ha anticipato la grande distribuzione in Italia con il marchio Esselunga. Creando un modello prima sconosciuto nel Paese. Bernardo Caprotti, morto a 90 anni, è una figura storica dell’imprenditoria italiana, sebbene sia stato spesso discusso per il suo approccio duro verso i sindacati. La sua vita ha avuto una svolta negli anni Cinquanta, quando lui era poco più che ventenne: i genitori lo avevano mandato negli Stati Uniti per cercare di sviluppare l’azienda di famiglia che operava nel tessile. Bernardo Caprotti aveva invece scoperto un mondo: quello della grande distribuzione. Nel 1957 crea il marchio Esselunga, avendo come socio il leggendario uomo d’affari Nelson Rockfeller.
La società di Caprotti ha vissuto uno sviluppo costante, attraversando anche il boom del settore: la grande distribuzione ha visto l’ingresso nel mercato anche di concorrenti molto forti. Ma Esselunga oggi conta 150 punti di vendita, con un radicamento soprattutto al centro e al nord, e un totale di 22mila dipendenti. Proprio il rapporto con i lavoratori è costato spesso delle critiche all’imprenditore, mai tenero con il mondo sindacale. Hanno fatto la cronaca anche le liti, finite in tribunale, con i figli del primo matrimonio per l’assegnazione delle quote. Infine Bernardo Caprotti è stato un arci-avversario delle cooperative “rosse”, che a suo giudizio avevano lo sviluppo commerciale in alcune regioni italiane. Tanto che il fondatore di Esselunga scrisse il libro Falce e carrello, costatogli anche una condanna di sei mesi per diffamazione.