Israele è imperdonabile per i massacri a Gaza, però lo è anche Hamas, specie per i 40 neonati sgozzati in un kibbuz.
Mario Carrisi
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Gentile lettore, lungi da me difendere Hamas, ma la notizia dei “neonati sgozzati” è stata smentita dal governo e dall’esercito ebraico e anche dalle due giornaliste, un’israeliana e un’americana, che l’avevano diffusa. L’israeliana è stata licenziata e la collega della Cnn ha chiesto scusa ai telespettatori. Ciò che vediamo nelle due guerre, Ucraina e Gaza, è l’esplosione della disinformazione più spudorata. Negli anni ’70 il Kgb russo creò un reparto “Dezinformatsiya”, ma oggi gli allievi hanno superato i maestri. L’Ucraina è stata un grande teatro: l ’ospedale ostetrico “bombardato” dai russi, le macerie di polistirolo di una chiesa, le “migliaia” di stupri (meno di 20 denunce) fino al triste episodio di Butcha. I servizi italiani sposano la tesi ucraina, ma quello tedesco la reputa una montatura, tanto che Scholz telefonò a Zelensky intimandogli di dire “la verità” su Butcha. E Kiev rifiuta ancora oggi di fornire all’Onu i nomi delle vittime. La corte penale dell’Aja poteva scegliere tra questo e altri mille asseriti crimini russi, ma nessuna prova reggeva e alla fine ha ripiegato sulla comica accusa di “rapimento di bambini”. L’ultimo caso: Israele ha bombardato l’ospedale Al Shifa definito “base e santabarbara” di Hamas, ma quando l’esercito vi ha fatto irruzione ha trovato solo 4 o 5 kalashnikov e una pistola arrugginita. Il governo ne ha pubblicato le foto sui social, ma poi, sommerso dai lazzi ironici, ha dovuto cancellarle. La verità è morta da un pezzo.
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