È la settimana del Mes. Del voto in Parlamento sulla ratifica del Meccanismo europeo di stabilità, su cui tutta l’Eurozona attende solamente l’Italia. O forse no. Forse, ancora una volta, il governo prenderà tempo e rimanderà il voto. Le intenzioni della maggioranza guidata da Giorgia Meloni sono chiare: prendere tempo e rinviare ogni discussione a dopo l’estate.
Ma questa settimana il tema del Mes non sarà eludibile. Così come tante altre spine con cui il governo deve confrontarsi, a partire dal caso Santanchè. In teoria venerdì 30 giugno l’Aula della Camera si dovrebbe esprimere sulla ratifica del Mes, ma le intenzioni della maggioranza sono ben diverse: mercoledì la capigruppo di Montecitorio potrebbe decidere per uno slittamento.
L’iter in commissione si è concluso, con l’approvazione del testo base del Pd che dovrebbe quindi essere esaminato in Aula. Il disegno di legge è calendarizzato per il 30 giugno, ricorda il dem Piero De Luca, che sottolinea come sia “diritto delle opposizioni ottenere l’esame”. Ma al momento sembra molto più probabile un ulteriore rinvio.
La maggioranza prova a rinviare il voto sul Mes
L’aria che tira, però, sembra andare in tutt’altra direzione. La maggioranza punta senza dubbio a un rinvio a dopo l’estate. Che viene confermato anche da Paolo Barelli, capogruppo di Forza Italia alla Camera. A RaiNews24 spiega che il Mes è nato prima della pandemia e del Pnrr e che oggi “il mondo è completamente cambiato” e pone tutti di fronte “a sfide completamente diverse”. La discussione deve quindi essere affrontata con più attenzione, a suo giudizio, e per questo dice chiaramente: “Credo che slitterà”. E una decisione ritiene che possa arrivare per la fine dell’estate.
Anche secondo Marco Osnato, presidente della commissione Finanze della Camera, è difficile che arrivi in Aula la ratifica del Mes il 30 giugno. “Credo peraltro, che non si possa discutere di un provvedimento così importante solamente perché l’opposizione voglia cercare presunte divisioni all’interno della maggioranza”, aggiunge. Parlando ad Affaritaliani.it, Osnato ritiene probabile, ma anche “proficuo”, un rinvio a settembre o a un’altra data “ritenuta più utile”.
Più prudente sembra essere, invece, il ministro della Difesa, Guido Crosetto. Intervistato dal Corriere della Sera sottolinea: “Noi avevamo una posizione storica anni fa, poi lo strumento si è evoluto. Si deve discutere tra noi su quanto l’Europa reputi lo strumento necessario e come lo vediamo noi del centrodestra come coalizione e come governo. Bisogna ragionare su vantaggi e svantaggi, senza pregiudizi”. Crosetto sottolinea che oggi il Mes è uno strumento “diverso dal passato” e quindi bisogna “sedersi e ragionare”.