di Marcel Vulpis
Con 2,9 miliardi di euro la Premier League inglese si conferma “regina” d’Europa sul terreno degli affari, mentre la Bundesliga tedesca è, ancora una volta, il campionato più redditizio con 190 milioni di utili operativi. Alla Serie A tricolore, invece, il triste primato del più alto rapporto costo dei tesserati/ricavi (75%). Gli introiti del nostro campionato, tra l’altro, sono ancora molto sbilanciati sui diritti audiovisivi (59%), mentre le entrate da gare raggiungono solo il 12% del totale.
Secondo l’annuale ricerca Deloitte “Annual Review of Football Finance 2013”, il dato più significativo è che il calcio europeo continua a crescere, in termini di ricavi, a ritmi superiori rispetto ad altri settori dell’economia, raggiungendo i 19,4 miliardi di euro (+11%) nella stagione 2011/12.
Ad influenzare i risultati del settore calcistico, oltre all’incremento dei ricavi generato dalle leghe “Big 5”, ovvero Bundesliga (Germania), Bbva Liga (Spagna), Ligue1 (Francia), Premier League (Uk) e Serie A (Italia), ha contribuito l’impatto economico (diretto ed indiretto) della manifestazione Euro 2012.
Le cinque principali leghe europee rappresentano circa il 48% dei ricavi totali generati nella stagione 2011/12, raggiungendo la cifra record di 9,3 miliardi di euro. Questo risultato conferma la capacità di crescita dei migliori club calcistici, nonostante i negativi effetti della crisi economica internazionale.
Necessari i nuovi stadi
Entro i prossimi due anni, le maggiori leghe europee saranno in grado di raggiungere quota 10 miliardi di euro di ricavi, raddoppiando la dimensione raggiunta appena dieci anni fa nella stagione 2001/02.
L’analisi di Deloitte fotografa lo stato economico di un comparto, che, da un lato, genera ricavi degni delle più grandi industrie, ma, dall’altro, continua ad essere troppo legato al mercato dei diritti televisivi, che, in alcuni paesi come ad esempio l’Italia, sono l’ammortizzatore centrale in vista di una nuova legge sugli stadi. Un provvedimento legislativo ormai improcrastinabile, che può far crescere i ricavi da gare, uscendo dal legame diretto, ma ormai obsoleto, con la semplice biglietteria.