Continua la polemica sui vigili assenteisti di Roma a Capodanno, a cui sono seguiti gli addetti alla pulizia delle strade e dei rifiuti di Napoli. A parlare, dopo il premier Matteo Renzi, è stato lo stesso sindaco di Roma Ignazio Marino che ha minacciato anche eventuali licenziamenti nel caso in cui – com’è molto probabile che sia – i certificati medici siano stati “truccati”. “Non lo escludo – ha detto il sindaco – Certamente però in questo momento non posso fare un’affermazione di questo tipo perché bisogna con severità, ma non con astio e risentimento, controllare esattamente quello che è accaduto”. Così il sindaco Ignazio Marino interpellato da Rai News 24 su possibili licenziamenti dei vigili dopo le assenze a S.Silvestro.
“Con una percentuale che si avvicina al 90% – ha detto ancora il sindaco – credo sia difficile immaginare che sia casuale. O c’è un’epidemia di cui le autorità sanitarie italiane non sono ancora a conoscenza, e mi sembra assai improbabile, oppure è stata un protesta organizzata e un’azione negativa nei confronti della città. Credo che questo umili il corpo della Polizia Locale, l’amministrazione e faccia fare una brutta figura alle tante persone che in Campidoglio ogni giorno si impegnano”.
I vertici della polizia municipale di Roma stanno ”lavorando di concerto” con il ministero della Funzione Pubblica Marianna Madia per far luce sulla vicenda dei vigili assenti in massa il 31 dicembre. Lo si apprende dal Comando della polizia locale. Al momento ci sarebbero stati “autorevolissimi contatti” con la Funzione Pubblica. Dall’indagine interna sono emerse finora 44 posizioni considerate “”sospette” in quanto sarebbero state riscontrare anomalie sulla documentazione presentata. A quanto riferito, qualora venissero individuate ipotesi di reato le carte verranno trasmesse alla Procura di Roma.
Ad intervenire sulla questione, anche l’Inps. “Il sistema delle Asl – dicono fonti interne all’Istituto – ha a bilancio 70 milioni per i controlli nell’ambito del pubblico impiego, noi siamo pronti a farlo alla metà del costo”. Ciò avverrebbe, si spiega, grazie a “un sistema di data mining e all’archivio dei certificati online di cui l’Istituto ha la gestione”.