La Croce Rossa Italiana rivolge un appello a tutti, “ma in particolare ai giovani”, per la donazione, alla luce della carenza di sangue come strascico della pandemia. “In estate la situazione si fa più delicata. In particolare, chiediamo uno sforzo ai giovani: l’età media dei donatori aumenta e scarseggiano i donatori tra i 18 e i 30 anni” ha detto il Presidente della Croce Rossa Italiana, Francesco Rocca, in occasione della Giornata Mondiale del Donatore di sangue del 14 giugno.
La Croce Rossa Italia rivolge un appello soprattutto ai più giovani: servono donatori di sangue. “In estate la situazione si fa più delicata”
Il Centro Nazionale sangue registra un rallentamento delle donazioni e anche le regioni virtuose che coprivano i fabbisogni di altre regioni sono in affanno. “Una tendenza da invertire – aggiunge Rocca – perché se vogliamo aumentare la quantità di donazioni è fondamentale attrarre i giovani con campagne di sensibilizzazione mirate e far crescere la cultura della donazione anche attraverso i canali di comunicazione più utilizzati dai giovani. Ringrazio, in tal senso i nostri ambassador di quest’anno, due atleti della Federazione Nazionale Pugilistica, per aver voluto veicolare con noi, attraverso un video, questo messaggio importantissimo”.
La raccolta di sangue e plasma in Italia sconta, dunque, ancora l’effetto Covid-19 e se la tendenza non si invertirà, spiegano dal Centro Nazionale sangue, è probabile che i mesi estivi saranno segnati da forti carenze.
Nel 2021 i donatori in Italia sono stati 1,6 milioni
Secondo le elaborazioni del Centro nazionale sangue, nell’anno passato i donatori di sangue e plasma in Italia sono stati 1.653.268. È un dato che grazie alla generosità del popolo dei donatori torna in ripresa rispetto all’anno precedente, ma è ancora inferiore rispetto al periodo pre-Covid (-1,8% in confronto al 2019). In sostanza viene confermata una lieve tendenza al ribasso che dura ormai da circa dieci anni. Rispetto al 2012 infatti la popolazione dei donatori è diminuita di circa il 5% e se, nei cinque anni pre-Covid, il dato era stato sostanzialmente stabile, il diffondersi della pandemia di SARS-CoV-2 ha colpito duramente il sistema trasfusionale.
“Purtroppo neanche i numeri del 2022 fanno ben sperare. Dopo i primi due mesi dell’anno in cui si è segnato un brusco calo della raccolta – aggiungono dal Centro nazionale sangue -, ascrivibile con ogni probabilità all’ondata di casi di variante Omicron, e dopo un marzo sostanzialmente stabile, i dati di aprile hanno mostrato, in particolare per la raccolta di plasma, un nuovo calo che con ogni probabilità porterà a un inizio anticipato delle carenze di sangue che ogni anno si registrano in estate, quando le alte temperature e le vacanze, spingono la popolazione italiana a donare di meno”.