Ci sarà un rimbalzo, lo spread tornerà a scendere e le borse a salire perché “la miglior rassicurazione per i mercati è la stabilità. E in questo momento l’Italia è il Paese più stabile d’Europa”. Documento di Economia e Finanza promosso, dunque, per il professor Giulio Sapelli che, intervistato da La Notizia, sottolinea come non ci sia da spaventarsi per la risposta negativa dei mercati nel day after della presentazione del Def in Consiglio dei ministri.
C’era da aspettarsi una reazione di questo tipo, dopotutto.
“Soprattutto il ministro Tria e il ministro Savona che agiscono in coordinamento l’avevano ampiamente previsto. Che le borse reagissero non positivamente nei primi momenti era inevitabile. Ma io sono convinto che questa reazione non durerà a lungo”.
Perché?
“Per i mercati la miglior rassicurazione che arriva dall’Italia è che il Governo ha dato vita ad una cabina di regia per gli investimenti, ad una task force che controlla che si rispettino tutti i vari passi che si devono fare per ottemperare agli investimenti. Sulla base di questo rispetto della pianificazione, ci sarà un rapporto costante con gli investitori”.
Nei giorni scorsi, però, si è parlato di un Governo profondamente diviso.
“Guardi, è una rappresentazione assolutamente distorta del reale. E i mercati, per quanto le dicevo, sanno benissimo che l’immagine di un Esecutivo spaccato, da un lato il tecnico Tria isolato e dall’altro i politici, è falsa”.
Quindi a suo dire gli investitori premieranno il nostro Paese?
“Io credo di sì. Come sa, lo spread dato si misura sul rapporto col Bund tedesco, e i titoli di Stato tedeschi riflettono certamente la stabilità del debito pubblico ma anche il fatto che la Germania ha delle previsioni di crescita pessime, intorno allo 0,4%, per certi versi peggiore dell’Italia”.
Meglio Roma che Berlino?
“Vedremo. Certo è che gli investitori penalizzano l’instabilità. Guardi all’Europa tutta: in Spagna c’è un governo minoritario; in Francia la stella di Macron è in rovinosa caduta; in Germania vediamo la Merkel messa in discussione dal suo stesso partito. L’Italia, nonostante una parte della vecchia classe dominante tifi incredibilmente per il default, è il Paese più stabile”.
Sui mercati ci sarà un rimbalzo, dunque?
“Credo proprio di sì. Ci sarà a breve un periodo di tranquillità per l’Italia. Checché ne dicano i burocrati. D’altronde la caduta del muro di Bruxelles non è la caduta del muro di Berlino”.
A proposito di muro di Bruxelles, anche in Italia c’è chi ventola infauste conseguenze con questo Def. Che ne pensa?
“Sarebbe auspicabile un po’ più di moderazione da tutte le parti, dalle due forze di maggioranza ma anche dalle opposizioni. Questi sono tempi di unità nazionale non di divisione”.
In che senso?
“Dalle opposizioni dovrebbero arrivare atteggiamenti di maggiore attenzione e non ripetere queste filastrocche a cui veramente non crede più nessuno. Non si possono continuare a ripetere anche sui giornali le solite favole dello spread, del default, delle sanzioni europee, tutte cose a cui francamente credo che anche la gente non crede più”.
Def promosso, dunque. E la storia del rapporto tra deficit e Pil all’1,6%?
“Guardi, io non discuto più di numeri. Derivano da regolamenti europei e non da trattati. Le dirò di più: anche la politica dovrebbe fare a meno di percentuali e tetti e dovrebbe guardare solo alla stabilità e alla sostenibilità di una manovra rispetto ai nostri investitori. Sono numeri che non hanno alcun valore di legge, non siamo tenuti a rispettare questi numeri stupidi e insulsi”.