di Francesco Nardi
Che ci fa Rocco Casalino nell’ufficio stampa del gruppo grillino alla Camera? Una domanda semplice che però trova risposte complesse e che richiede un’ ampia premessa. Perché non si tratta di una semplice curiosità che ha lo scopo di soddisfare la voracità del gossip.
Verificare la differenza tra idea e azione è del resto sempre doloroso.
Lo stanno verificando, giorno dopo giorno gli entusiasti parlamentari grillini, sbarcati in Parlamento con tante buone intenzioni, ma ignari delle dinamiche del palazzo le cui spire, a quanto pare, non risparmiano davvero nessuno.
Il rispetto delle regole è un mantra che ha animato l’azione e in chiave retorica determinato il successo di molte formazioni politiche.
Un manifesto che non ha dato vigore solo al M5S, ma già alla Lega dei primi anni, che inneggiava al boicottaggio di Roma ladrona. Ed altrettanto è valso per l’Italia dei valori di Antonio Di Pietro, che nel nome del suo movimento ha ritratto l’ascesa e insieme la scomparsa nell’oblio.
I Grillini però ci provano a rispettare i principi in nome dei quali hanno raccolto tanto consenso, e non senza sacrifici: dalla rinuncia a privilegi odiosi, ma innegabilmente appetibili, fino all’adozione e il rispetto di procedure che sembrano esser state create solo per essere eluse. Nel comporre le squadre del personale addetto ai gruppi di Camera e Snato, il M5S ha infatti attinto dalla famigerata lista di precari stabilizzati dall’ufficio di Presidenza, che provvede a rinnovare un’apposita delibera alla fine di ogni legislatura.
Qui su La Notizia ne abbiamo già parlato, descrivendo la pessima abitudine dei nuovi gruppi di ignorare il personale retribuito e disponibile alle più diverse mansioni che figura in questa lista di fortunati. Ed ora è giusto che si riconosca ai gruppi grillini di aver fatto eccezione, selezionando tra questi una discreta percentuale di personale, con conseguente risparmio di denaro pubblico.
L’eccezione che si fa notare
Molti cosiddetti “stabilizzati”, quindi, si sono trovati a lavorare all’inizio di questa legislatura per la truppa grillina, ed è forse questa buona novità che ha messo in luce qualche eccezione che non si riesce a non notare.
E rieccoci a Rocco Casalino, storico protagonista del Grande Fratello, la cui fama risale a quei tempi in cui il reality della Endemol era ancora in grado di conferire notorietà e prospettive di successo.
Ebbene il gieffino, che già ha rinunciato a candidarsi alle parlamentarie del M5S per motivi di opportunità, è ora indicato da un incessante tam tam come uomo chiave della comunicazione del gruppo grillino: precisamente starebbe per essere inquadrato nell’ufficio stampa a Montecitorio. Mansione per la quale nella lista degli stabilizzati alla Camera ci sono fior di professionisti disponibili e che rischiano, se non utilizzati, di restare a casa continuando a ricevere un corposo stipendio.
Probabilmente l’inserimento di Casalino si giustificherebbe per compensare la mancata candidatura che con molta probabilità lo avrebbe portato in Parlamento.
Una deroga al principio, quindi. Legittima e in linea con la prassi da anni consolidata nel Palazzo. Ma è proprio questo che dovrebbe far suonare il campanello d’allarme dei grilli: perché se c’è qualcosa che può nuocere al movimento, al punto di comprometterne il motivo di esistere, è proprio l’adesione alla prassi.