Ieri era il giorno in cui si decideva sui duelli tv in vista delle Europee. E l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha stabilito che perché i confronti tv tra i leader delle liste in corsa per le europee possano essere legittimi è necessario che il format venga accettato dalla maggioranza dei gruppi presenti in Parlamento. Questa l’indicazione arrivata dal Consiglio Agcom dopo le richieste di parere inviate dalla Rai, dalla presiedente della Vigilanza Barbara Floridia e da Michele Santoro, a seguito delle notizie sul duello tv tra Giorgia Meloni ed Elly Schlein in programma a Porta a Porta per il 23 maggio e poi tra gli altri leader proposto da Bruno Vespa e l’idea di un doppio confronto tra le liste minori il 5 giugno e il 6 giugno tra quelle maggiori avanzata dal direttore del TgLa7 Enrico Mentana.
Il duello tv tra Giorgia Meloni ed Elly Schlein è in programma a Porta a Porta per il 23 maggio
Secondo il Consiglio, che si è espresso con il voto contrario di Elisa Giomi, è necessario garantire parità di trattamento offrendo “a tutti i soggetti politici la medesima opportunità di confronto”. “Le trasmissioni dedicate al confronto – spiega ancora l’Autorità – possono considerarsi legittime ove il relativo format sia accettato da una larga maggioranza delle liste in competizione elettorale e comunque dalla maggioranza delle liste con rappresentanza in Parlamento. Eventuali spazi compensativi per coloro che dovessero rinunciare al format dei confronti dovranno essere organizzati nel rispetto del principio delle stesse opportunità di ascolto”. Il tema ora passerà all’attenzione della Commissione di Vigilanza, che ieri, dopo l’audizione dell’ad Roberto Sergio e del direttore generale Giampaolo Rossi, ha deciso di convocare anche la presidente della Rai Marinella Soldi sul caso della mancata partecipazione di Antonio Scurati a Chesarà….
Contro il duello tv tra Meloni e Schlein non ci sono solo i partiti dell’opposizione, fatta eccezione per il Pd, ma anche FI è contraria. Il leader Antonio Tajani ha detto di aspettarsi “che tutte le forze politiche partecipino perché qua non siamo in un sistema maggioritario ma proporzionale. Si faccia un confronto con tutti i leader assieme come si fa negli Stati Uniti. La par condicio deve essere tale: il confronto si fa con chi si vuole, non è che deve essere imposto. È una violazione, non è giusto”. Secondo Giomi l’impostazione data dall’Agcom – ovvero che i confronti a coppie tra esponenti politici possono essere praticati solo se vi aderisce la maggior parte delle liste che partecipano alla competizione elettorale e comunque la maggior parte delle liste rappresentate in Parlamento – non è sufficiente a tutelare l’effettivo pluralismo politico e i diritti delle forze minoritarie, che non hanno la stessa consistenza o lo stesso appeal televisivo di quelle principali ma hanno pur diritto ad un equo trattamento”.
I Cinque Stelle rimangono orientati sul No al confronto a due a Porta a Porta. E ad accettare l’invito di Mentana
E ancora: “Ritengo che questa decisione possa rappresentare un precedente rischioso per la libertà editoriale, poiché consente un vaglio selettivo e potenzialmente discriminatorio delle forze minoritarie. L’Autorità non ha un potere consultivo né può dare o negare l’autorizzazione in via preliminare ai programmi delle emittenti. E in quanto al chiarimento richiesto su quali spazi compensativi fornire a quelle liste che non intendano partecipare al confronto a coppie tra leader, l’Autorità rinviando ai principi del proprio Regolamento di fatto non ha risposto nel merito. Ricordo infine che per poter prendere decisioni che non si basino su posizioni aprioristiche o valutazioni diverse dal merito, come compete ad un’Autorità indipendente, occorre poter disporre di tutta la documentazione istruttoria necessaria e di un tempo superiore a una sola ora per prenderne visione. Nessuna di queste condizioni è stata soddisfatta”.