La preoccupazione per l’andamento della pandemia torna a salire. L’Alto Adige (leggi l’articolo) da domani sarà in “zona gialla”, unendosi dunque anche al Friuli Venezia Giulia (leggi l’articolo). A rischiare fortemente però ci sono anche altre Regioni, a cominciare proprio dal Veneto, come spiegato anche dal governatore Luca Zaia secondo cui “siamo appesi a un filo”. E in effetti è proprio così se si pensa che dei tre parametri che devono essere valutati per il passaggio di zona, due sono stati superati (quelli riguardanti il tasso di positività e l’occupazione di terapie intensive).
Il passaggio alla zona gialla prevede mascherine obbligatorie anche all’aperto, riduzione a 4 posti tavolo al ristorante e la riduzione della capienza di cinema e teatria al 50%. Misure che in realtà rischiano anche altre territori, come il Lazio. “Il rapporto tra positivi e tamponi è al 3,4%; i casi a Roma città sono a quota 720”, ha spiegato non senza preoccupazione l’assessore alla Sanità laziale, Alessio D’Amato.
Stessa identica situazione in Calabria. Non a caso proprio ieri il neo-governatore Roberto Occhiuto ha lanciato l’allarme: “Sono preoccupato per la pressione sulla rete degli ospedali calabresi. La sanità è in una condizione disastrosa”, ha concluso.
In Italia l’incidenza continua ad aumentare. Siamo a 155 contagi ogni centomila abitanti.
In Italia, secondo i dati contenuti nell’ultimo monitoraggio settimanale dell’Istituto superiore di Sanità e Ministero della Salute (qui il focus), l’incidenza settimanale a livello nazionale dei casi Covid continua ad aumentare: 155 per 100mila abitanti (26/11/-02/12/) rispetto a 125 per 100mila abitanti della settimana precedente.
Nel periodo 10 novembre–23 novembre , l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 1,20 (range 1,12 – 1,28), al di sopra della soglia epidemica. E’ in diminuzione, ma ancora sopra la soglia epidemica l’indice di trasmissibilità basato sui casi con ricovero ospedaliero.
Il tasso di occupazione in terapia intensiva è al 7,3% (rilevazione giornaliera Ministero della Salute al 02 dicembre) vs il 6,2% (rilevazione giornaliera Ministero della Salute al 25 novembre). Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale sale al 9,1%.
Una Regione risulta classificata a rischio basso, 20 Regioni/PPAA risultano classificate a rischio moderato. Tra queste, due Regioni – Alto Adige e Friuli – sono ad alta probabilità di progressione a rischio alto. E da lunedì prossimo proprio l’Alto Adige, come già accaduto nel caso del Friuli Venezia Giulia (leggi l’articolo), andrà in zona gialla. Il resto d’Italia resta, invece, nella fascia bianca.