La Squadra Mobile di Nuoro ha condotto due arresti per corruzione e introduzione di cellulari al carcere Badu ‘e Carros. In manette, sono finiti un agente penitenziario e la sorella di un detenuto. La struttura carceraria è la stessa dalla quale, lo scorso 25 febbraio, è evaso il boss della mafia garganica Marco Raduano.
Due arresti al carcere di Nuoro per corruzione e introduzione di cellulari
Con la diffusione delle indiscrezioni sull’arresto di una guardia penitenziaria e della sorella di un detenuto del carcere Badu ‘e Carros, pareva che si stesse andando verso una clamorosa svolta sull’evasione del boss mafioso Marco Raduano, noto con il soprannome “Pallone”, fuggito dal penitenziario lo scorso 25 febbraio. Da allora, il boss della mafia di Gargano è come svanito nel nulla. Le ricerche sono ancora in corso.
Il collegamento tra gli arresti e la fuga del 39enne di origine pugliese che stava scontando una pena di 19 anni in regime di alta sicurezza, infatti, è stato prontamente smentito poche ore dopo la rapida diffusione della notizia.
A seguito dei due arresti condotti dagli uomini della Squadra Mobile, alle ore 11:00 di lunedì 3 aprile, la Procuratrice di Nuoro Patrizia Castaldini e il Questore Alfonso Polverino hanno tenuto una conferenza alla questura della città sarda durante la quale hanno fornito maggiori dettagli sul caso.
I dettagli rivelati in conferenza stampa
Mentre le indagini per rintracciare il boss mafioso procedono a ritmo serrato, sono stati arrestati l’assistente capo della Polizia penitenziaria Salvatore Deledda, 38 anni e residente a Siniscola, e Carmela Mele, 45 anni e originaria di Napoli. La donna è sorella di un detenuto che sta scontando la sua pena nell’ala dell’alta sicurezza nel carcere di Badu ‘e Carros. I due soggetti sono stati accusati di corruzione e introduzione illecita di telefoni cellulari all’interno del penitenziario nuorese.
Gli arresti, come più volte ribadito, non sono strettamente collegati all’evasione del boss Raduano. A confermarlo, in conferenza stampa, sono stati la procuratrice di Nuoro Castaldini, il questore Polverino, il capo della Squadra Mobile Fabio di Lella e il capo della Polizia penitenziaria del carcere nuorese Amerigo Fusco, dopo le indiscrezioni trapelate e diffuse dalla stampa circa i due arresti. È stato, infatti, precisato che le indagini sulla vicenda sono state avviate sul finire della scorsa estate e, quindi, risalgono a un tempo precedente rispetto alla fuga da film di Raduano.
Deledda e Mele, in particolare, erano coinvolti in un passaggio di denaro finalizzato a introdurre telefoni cellulari all’interno del penitenziario. Gli investigatori hanno scoperto le transazioni e hanno appurato che il prezzo pagato per il servizio era stato pari a 1200 euro in una circostanza e di 250 euro in un’altra.