di Monica Tagliapietra
L’Europa brucia e la Banca centrale sta a guardare. Mario Draghi smentisce se stesso e come se non vedesse che interi paesi sono sul punto di non poter più riprendersi da una crisi tanto prolungata e drammatica, si rimangia le promesse di intervento annunciate con enfasi l’anno scorso e ripetute senza riscontro tra lauree honoris causa e convegni in giro per il mondo. Mentre le banche centrali americana e giapponese stanno spingendo le loro economie, la banca centrale europea fa la statuina. Immobile. Impassibile. Assente. Così, proprio sulla scia delle parole pronunciate dal numero uno dell’Eurotower – che ha ridotto le probabilità di un intervento che della Bce nel breve periodo con nuove misure di sostegno all’economia, le Borse di tutta Europa sono sprofondate. E anche a Milano è stato un bagno di sangue, soprattutto per le banche, tutte in profondo rosso.
Delusione dei mercati
In particolare, “agli operatori non sembra essere piaciuto il dietrofront che il banchiere centrale di Francoforte ha fatto in merito alle misure non convenzionali legate all’utilizzo degli Abs”, ha rilevato Vincenzo Longo, Market Strategist di IG. In questo contesto l’Ibex ha terminato a 8.216,7 punti, lo 0,89% in meno rispetto al dato precedente, il Cac40 si è fermato a 3.814,28 punti, -0,99%, e il tedesco Dax è sceso dell’1,19% a 8.098,81. A Londra il Ftse100 ha lasciato sul parterre l’1,3% chiudendo la penultima seduta della settimana a 6.336,11. E ovviamente anche la Borsa di Milano ha chiuso in negativo, accelerando al ribasso proprio dopo la conferenza stampa di Draghi, al termine del board della Bce che ha lasciato invariati i tassi allo 0,50%. Il governatore dell’Eurotower ha parzialmente smorzato le attese di un’azione della Bce a sostegno dell’economia dell’Eurozona. Il numero uno della Bce ha sottolineato che nella riunione si è discusso anche di tassi di interesse negativi sui depositi, ma “non c’è motivo per la loro attuazione in questo momento”. Ma se non ora quando?
Draghi ha aggiunto che l’Eurotower continuerà a monitorare gli sviluppi economici ed “è pronta ad agire se la situazione lo renderà necessario”. Come se oggi il quadro non fosse drammatico. Parole – quelle di Draghi – che lasciano senza parole.
Incertezze anche dalla Fed
Nel Beige Book pubblicato mercoledì sera la Fed intanto non ha sciolto i dubbi su una possibile riduzione del quantitative easing, affermando che l’economia statunitense è rimasta tra modesta e moderata. In questo quadro Piazza Affari ha registrato la peggiore performance tra le piazze europee e il Ftse Mib ha ceduto il 2,63% a 16.525 punti. Un’ondata di vendite ha colpito i titoli del comparto bancario, che nell’ultima parte di seduta sono anche stati sospesi più volti dagli scambi. La maglia nera è stata indossata dal Monte dei Paschi che ha mostrato un tonfo del 7,88%. In forte ribasso anche le altre banche: Ubi Banca ha ceduto il 5,75%, Banco Popolare il 4,86%, Unicredit il 4,60%, Intesa SanPaolo il 4,35%, Popolare di Milano il 3,15%, Mediobanca il 3,55%. Giornata da dimenticare anche per Fiat (-6,32%) con gli analisti di Morgan Stanley che hanno confermato il giudizio underweight sul Lingotto, pur alzando il prezzo obiettivo a 5 euro dal precedente 3,2 euro. Enel, dopo un avvio tonico ha virato al ribasso arrivando a chiudere con un calo dell’1,64%, è stata al centro di alcune indiscrezioni riportate da Il Sole 24 Ore secondo cui il gruppo guidato da Fulvio Conti starebbe per cedere Enel Sole, la controllata attiva nei settori dell’illuminazione pubblica.
Stime economiche in ribasso
Lo staff della Bce ha intanto anche rivisto lievemente al ribasso le stime economiche per il 2013. Le nuove proiezioni sono di una contrazione del Pil dell’eurozona nell’ordine dello 0,6% rispetto al -0,5% indicato a marzo. Per il prossimo anno è invece prevista una ripresa più sostenuta con un +1,1% del Pil rispetto al +1% indicato in precedenza. Per quanto concerne l’inflazione gli esperti dell’Eurotower vedono minori pressioni sui prezzi con una crescita annua del’1,3% rispetto all’1,6% indicato a marzo. Confermata a +1,4% la stima per l’inflazione 2014.