Niente accordo a Bruxelles, slitta il via libera alla squadra di Ursula

Von der Leyen temporeggia: tra quote rosa e giochi di potere, l'Europa attende una Commissione già traballante

Niente accordo a Bruxelles, slitta il via libera alla squadra di Ursula

In un’inattesa mossa che ha colto di sorpresa gli osservatori politici di Bruxelles, la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha posticipato l’annuncio della composizione del suo nuovo esecutivo. La decisione, comunicata in via ufficiosa, ha generato un fermento di speculazioni nei corridoi delle istituzioni europee, sollevando interrogativi sulle dinamiche interne che stanno plasmando il futuro assetto dell’organo esecutivo dell’Unione.

Il rinvio, inizialmente previsto per oggi, è stato ufficializzato attraverso lo spostamento dell’incontro tra von der Leyen e i leader dei gruppi politici del Parlamento europeo a martedì 17 settembre. Questo slittamento, apparentemente motivato da ragioni procedurali legate alla nomina del commissario sloveno, cela in realtà una complessa rete di negoziazioni e bilanciamenti politici.

La motivazione ufficiale addotta per il rinvio è legata alla recente designazione da parte della Slovenia dell’ex ambasciatrice Marta Kos come candidata commissaria. La mossa, che risponde all’appello di von der Leyen per una maggiore parità di genere nella Commissione, richiede ancora la ratifica del parlamento sloveno, prevista per venerdì. Tuttavia fonti autorevoli suggeriscono che questa formalità procedurale potrebbe essere un pretesto per guadagnare tempo e affinare la distribuzione degli incarichi.

Il valzer delle nomine: un gioco di equilibri e pretesti

Il portavoce capo della Commissione, Eric Mamer, in una dichiarazione congiunta con il servizio stampa del Parlamento europeo, ha sottolineato che “è solo dopo questo passaggio che la nomina del candidato sarà completa e ufficiale”. Questa precisazione, apparentemente banale, nasconde la complessità di un processo decisionale che va ben oltre le mere formalità istituzionali.

L’attribuzione dei portafogli ai 26 commissari designati rappresenta un delicato esercizio di equilibrismo politico, geografico e di genere. Von der Leyen si trova a dover navigare tra le pressioni dei governi nazionali, le aspettative dei gruppi politici europei e l’imperativo di garantire una rappresentanza equa e diversificata. La sua richiesta iniziale alle capitali europee di proporre sia un candidato maschile che femminile è stata largamente disattesa, costringendo la Presidente a sollecitare attivamente la nomina di candidate donne da parte di diversi paesi.

Il cambio di rotta della Slovenia, che ha sostituito il candidato iniziale Tomaž Vesel con Marta Kos, è emblematico di questa dinamica. Se confermata, la nuova composizione della Commissione vedrebbe la presenza di 11 donne su 27 membri, un passo avanti significativo verso l’obiettivo di parità di genere, seppur ancora non pienamente raggiunto.

Il rinvio dell’annuncio offre a von der Leyen un margine temporale prezioso per condurre ulteriori consultazioni con le capitali europee, i commissari designati e altri attori chiave. Questo tempo aggiuntivo potrebbe rivelarsi cruciale per dirimere le controversie emergenti e placare i malumori che si stanno manifestando in seno ai gruppi politici del Parlamento europeo.

Malumori e resistenze: la Commissione sotto pressione

In particolare Verdi e Liberali hanno espresso aperta contrarietà alla prospettata nomina dell’italiano Raffaele Fitto, esponente di Fratelli d’Italia, a vicepresidente esecutivo. Questa designazione, che eleverebbe un rappresentante dei Conservatori a una posizione di primo piano, sta generando frizioni all’interno della coalizione parlamentare. Analogamente, i Socialisti non hanno ancora metabolizzato l’esclusione del loro Spitzenkandidat, Nicolas Schmit, a favore del popolare Christophe Hansen.

La composizione finale della Commissione dovrà necessariamente tenere conto di questi equilibri politici, bilanciando le ambizioni dei singoli stati membri con la necessità di un esecutivo coeso e funzionale. Von der Leyen si trova così a dover orchestrare un delicato gioco diplomatico, cercando di soddisfare le aspettative contrastanti senza compromettere l’efficacia operativa della futura Commissione.

In questo contesto di intense negoziazioni il rinvio dell’annuncio appare non tanto come un segno di debolezza quanto piuttosto come una mossa strategica volta a garantire una composizione ottimale dell’esecutivo europeo. La Presidente dimostra così di voler privilegiare la sostanza sulla forma, anche a costo di affrontare critiche per il mancato rispetto della scadenza inizialmente prevista.

L’attesa per la presentazione ufficiale della nuova Commissione si protrae dunque di una settimana, con l’appuntamento ora fissato per martedì prossimo a Strasburgo. Sarà quella l’occasione per von der Leyen di svelare al Parlamento europeo, e all’intera Unione, la squadra che guiderà l’esecutivo comunitario nei prossimi cinque anni, affrontando sfide cruciali per il futuro del progetto europeo. Al fianco delle altisonanti visioni di Mario Draghi la Commissione appare già come un’anatra nata zoppa.