Il Governo convoca i sindacati. Ma solo sulle pensioni. E, soprattutto, il 20 dicembre. Ovvero quattro giorni dopo lo sciopero generale proclamato da Cgil e Uil contro la Manovra giudicata iniqua (leggi l’articolo). La verità è che il Governo dei Migliori, guidato da Mario Draghi, continua a snobbare le richieste dei sindacati sulla legge di Bilancio e a snobbare dunque anche la giornata di mobilitazione generale che si terrà giovedì prossimo. Contro cui, vale la pena di ricordare, c’è stato uno sbarramento di fuoco da parte delle forze politiche, compreso il Pd che si è detto sorpreso dalla scelta di Cgil e Uil, e dei giornaloni.
Sulle pensioni peraltro i sindacati avevano avuto dal Governo due garanzie: la prima per un confronto sul capitolo previdenziale inserito in Manovra – al fine di approfondire i temi dell’Ape sociale, dei giovani e delle donne – e la seconda per una ricognizione più generale che comportasse una riforma complessiva del sistema da mettere in campo una volta esaurita Quota 102. Proprio i malumori per il primo assaggio di riforma fiscale inserito in Manovra e la delusione per il mancato confronto sul capitolo pensioni stanno alla base della decisione di Maurizio Landini (Cgil) e di Pierpaolo Bombardieri (Uil) di scioperare.
IN RITARDO. La convocazione del Governo dunque giunge stonata e tardiva per chi fino all’ultimo sperava che da Palazzo Chigi potesse arrivare una mano tesa ai sindacati tale da scongiurare la giornata di mobilitazione generale. Gli stessi Landini e Bombardieri fino a ieri hanno offerto la loro disponibilità a riprendere la trattativa. Ovviamente a fronte di reali aperture da parte del Governo. Ma da Palazzo Chigi nulla, manco un sospiro.
“Lo sciopero generale è sempre confermato – dice il numero uno della Uil – siamo disponibili al confronto fino all’ultimo minuto, per ritirare lo sciopero però servono cambiamenti sostanziali. A ora ci sono zero possibilità che il Governo ci chiami e 100% possibilità che si faccia lo sciopero”. Sulla stessa linea Landini: “è il momento di dire al Governo che le riforme non possono essere decise dalla maggioranza e poi le parti sociali essere solo informate. Stiamo chiedendo al Governo che ci ascolti e riapra la trattativa con tutti. Ad oggi, l’Esecutivo con noi, che rappresentiamo il mondo del lavoro, una trattativa non l’ha ancora fatta”.